Riabitare la montagna con l’accelerazione di conoscenze

«Negli anni ho maturato l’idea di andare a vivere in montagna, perciò ho lavorato per due mesi in un rifugio, in cui ho imparato a conoscere piccoli aspetti della vita quotidiana, positivi e negativi – fare la legna, spalare il letame – e ho imparato ad amarla solo quando mi è venuta a mancare. L’anno scorso ho lasciato il posto fisso e le solidità come maestro per dedicarmi a un progetto di vita che coinvolge la montagna, non sono ancora riuscito a trasferirmi completamente ma sto cercando di coniugare la mia professione educativa e l’amore per le terre alte in una scuola in quota, in modo che i bambini possano entrare in contatto con la natura», racconta Gianluca Sinico, un insegnante di 33 anni, che vive a Volpiano ed è stato uno dei partecipanti al progetto Vivere in Montagna che a seguito del percorso ha cominciato a progettare la propria vita lontano dalla città.

Nelle aree interne solo un quinto della popolazione

Le aree interne in Italia costituiscono il 60% del territorio ma ospitano un quinto della popolazione, spazi sotto-valorizzati dove si sviluppano, però, attività imprenditoriali a cavallo tra economia sociale, settore agro-silvo-pastorale e servizi ad elevata intensità relazionale. Per contribuire allo sviluppo e al ripopolamento delle aree montane, nasce nel 2022 la Scuola di Montagna, progetto co-sviluppato tra l’Università di Torino, SocialFare IS Srl e Andrea Membretti, esperto su temi di migrazioni interne in aree montane che comprende tre giornate immersive di esplorazione del contesto montano, coadiuvate da un percorso di formazione, informazione e confronto su opportunità e buone pratiche presenti nel territorio.

«Uno degli obiettivi, è quello di fornire una tool box per andare avanti in questi percorsi di transizione da città a montagna che sono lunghi e più complessi di un avviamento di impresa, perché sono vere e proprie scelte di vita» sono le parole di Alberto Magni, service e systemic designer di SocialFare | Centro per l’Innovazione Sociale, che si occupa della progettazione ed erogazione di percorsi di accompagnamento per i singoli o enti del terzo settore per sviluppare il territori. Le persone coinvolte nel progetto allargato Vivere in montagna dal 2022 sono oltre 200, più di 60 delle quali hanno beneficiato della Scuola di Montagna in Piemonte e Abruzzo.

Come funziona l’accelerazione

Il metodo dell’accelerazione di conoscenza aiuta a chiarire le idee ai partecipanti alla Scuola, che vanno dai singoli agli imprenditori fino agli smartworker, fornendo loro nuovi punti di vista, processi e strumenti. Il progetto non si occupa solo di accompagnamento allo sviluppo di servizi o progetti di imprenditorialità sociale in montagna, ma di tutte le dinamiche più complesse che riguardano il trasferire nelle terre alte la propria vita, trattando temi differenti, da quello abitativo alla relazione con il territorio.

Il focus viene così traslato dall’imprenditoria allo spirito imprenditoriale da adottare e sviluppare nella propria vita; in questo modo la Scuola di montagna intercetta una varietà di soggetti elevata con risorse diverse: Lorena Orlando, un’infermiera di 45 anni, che vede nella montagna un luogo in cui svolgere la sua attività, senza dover vivere in città con una bassa qualità e un alto costo della vita; Giuliano Faccani, un medico neurochirurgo in pensione di 73 anni che ha deciso di passare la propria vecchiaia attiva in montagna, mettendo a disposizione le competenze sviluppate negli anni di lavoro.

Fonte: Il Sole 24 Ore