
Riarmo e difesa comune: quali sono le differenze?
I due concetti si intrecciano e calano sul tavolo del Consiglio europeo straordinario, che si riunisce in queste ore a Bruxelles. Il tutto avviene nel contesto del dibattito sulla sicurezza che, giocoforza considerate le novità degli ultimi giorni, è sempre più al centro dell’attenzione della politica e dell’opinione pubblica internazionale. Da una parte, dunque, il concetto di “riarmo”; dall’altra quello di “difesa comune”.
Pur sviluppandosi nello stesso contesto “storico”, ovvero la minaccia ventilata dagli Usa targati Trump di fare un passo indietro e di lasciare che gli Stati europei riprendano, soprattutto sul piano della spesa, le redini e la regia di una difesa che per anni, e in particolare dalla fine della Seconda guerra in poi, hanno volutamente lasciato nelle mani di Washington, i due ambiti hanno caratteristiche peculiari, non sovrapponibili. Si sviluppano su linee parallele.
Riarmo
Partiamo dal tema del riarmo. La prova provata che qualcosa nell’atteggiamento Usa è cambiato, con ripercussioni sostanziali sugli equilibri geopolitici a livello mondiale, è quanto avvenuto all’Assemblea delle Nazioni Unite, quando gli Usa hanno votato insieme a Mosca, Minsk e Pyongyang contro una risoluzione proposta dai paesi Ue che condannava l’aggressione russa contro l’Ucraina. Il segretario alla Difesa Usa Peter Hegseth ha detto chiaramente che la sicurezza europea «non è più una priorità per gli Stati Uniti». Nel giorno del vertice di Londra la Casa Bianca ha lanciato un messaggio chiaro: «Sarà l’Europa ad occuparsi della sicurezza in Ucraina», dopo l’accordo. In un’intervista alla Cnn, il consigliere per la sicurezza nazionale americana Mike Waltz ha ribadito che «è prematuro parlare del ruolo degli Stati Uniti».
Parole che delineano uno spostamento del focus della politica estera Usa nell’Indo Pacifico, in funzione di contrasto alla Cina: è lei la potenza da contrastare, lì è la priorità. Di qui la necessità per l’Europa di correre ai ripari, nella direzione di un riarmo, anche se il segretario generale della Nato Mark Rutte ha chiarito che qualunque impegno europeo sulle “garanzie di sicurezza” per l’Ucraina «avrà comunque bisogno della copertura americana», anche se gli Usa non metteranno gli scarponi sul terreno. Gli europei dovranno fare di più per la loro sicurezza e al contempo mettere mano al portafoglio. Intanto il presidente francese Macron ha offerto all’Ue l’ombrello nucleare della Francia.
Bruxelles si è mossa. L’ultimo atto è la mossa della Commissione Ue, che tramite la presidente Ursula ha annunciato l’intenzione di investire fino a 800 miliardi di euro nei prossimi quattro anni in spese e investimenti per la Difesa. Il piano, presentato dopo mesi di melina da parte di Bruxelles, è stato battezzato “ReArm Europe”. «Viviamo in tempi pericolosi, la nostra sicurezza è minacciata in modo serio», ha messo in guardia von der Leyen presentando la proposta, che è sul tavolo del Consiglio europeo straordinario di queste ore su Ucraina e difesa europea. La linea è quella di creare le condizioni per un primo confronto, con l’intenzione di lavorare ai testi legislativi in tempo per il Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo. Il piano si sviluppa su cinque i pilastri: un nuovo strumento per la difesa da 150 miliardi di euro, flessibilità nel Patto di stabilità e nel budget Ue con i fondi di Coesione, nuove regole per la Banca Europea per gli Investimenti (Bei) e il completamento dell’Unione del mercato dei capitali per mobilitare finanziamenti privati. Il 19 marzo sarà presentato dalla Commissione europea il Libro bianco della Difesa. Nel 2024 i Ventisette hanno speso in Difesa 326 miliardi di fondi pubblici.
Fonte: Il Sole 24 Ore