Ricerca e lavoro: 25 anni boom per gli Osservatori Digitali del Politecnico di Milano
Così, quando oggi si legge un titolo di un quotidiano che quantifica il commercio elettronico in Italia, il valore delle blockchain o dei data center, della space economy o della sanità digitale, spesso alle spalle del dato si trova proprio uno di questi Osservatori, il cui punto di caduta è rappresentato dall’evento annuale in cui vengono presentati i risultati della ricerca. Eventi che in generale arrivano a quota 300 ogni anno, con la partecipazione di 50mila persone.
«Il senso della nostra esistenza – aggiunge Perego – è quello di favorire progettazione e uso consapevole e sostenibile dell’innovazione digitale, orientando quindi queste novità in un percorso virtuoso. E la conoscenza del fenomeno, come sempre, è la base per poter poi prendere le decisioni migliori. Solo nell’ultimo anno abbiamo pubblicato più di 100 report di ricerca, organizzando centinaia di eventi».
L’ecosistema
I partner che ruotano attorno a queste attività di ricerca provengono da mondi diversi, andando anche oltre l’ecosistema digitale in senso stretto, per coinvolgere gli utenti finali dei comparti più vari: dalle banche all’energia, dall’industria alla distribuzione. Platea che tenderà ad allargarsi, tenendo conto dei nuovi progetti messi in campo e di un budget di finanziamenti di ricerca che per il 2025 è visto ancora lievitare a doppia cifra per avvicinarsi a quota 20 milioni.
«Contiamo di far nascere almeno altri 4 o 5 Osservatori – spiega Perego – puntando sulla robotica ma anche sull’utilizzo del digitale nei bambini e negli anziani, aspetti fondamentali della nostra società ma ancora poco esplorati in modo sistematico. In generale è un’attività importante, che allo stesso tempo fornisce conoscenza, genera e sostiene posti di lavoro, è in grado di erogare risorse al Politecnico per attività di ricerca o borse di studio».
L’impatto
Risorse generate attraverso un’azione di ricerca che ha comunque un ampio impatto nella divulgazione scientifica così come nella formazione e nell’indirizzo delle strategie digitali di istituzioni, e imprese: tra 2018 e 2023 questi Osservatori hanno prodotto oltre 260 pubblicazioni scientifiche, lavorando con 26 università internazionali, con oltre 2.000 studenti coinvolti in circa 1.000 tesi e 200 stage curriculari. Gli osservatori hanno inoltre collaborato con 1.150 aziende, 100 associazioni di categoria e oltre 400 startup internazionali, a cui si aggiungono dieci Ministeri e 23 istituzioni italiane ed estere per definire norme, elaborare e monitorare strategie per il digitale o introdurre in modo sistemico l’innovazione tecnologica. «Far coesistere un’attività di questo genere, una sorta di scale-up, con le regole di un ateneo pubblico inizialmente non è stato facile – spiega Perego – ma ora abbiamo un meccanismo rodato: che produce ricerca, conoscenza e lavoro».
Fonte: Il Sole 24 Ore