Ricerca Enea: così il bergamotto può combattere il colesterolo

Il colesterolo “cattivo” si può combattere con il bergamotto. O meglio, alcune molecole di questo frutto sono in grado di ridurre i livelli del colesterolo Ldl e dei trigliceridi. A sostenerlo, dopo una ricerca e dimostrazione, è l’Enea che in collaborazione con l’azienda nutraceutica italiana Esserre Pharma che ha finanziato la ricerca, ha portato avanti lo studio prima in laboratorio (in vitro) e poi dal vivo, su un campione di 50 persone. I risultati dello studio sono stati poi pubblicati sulla rivista Phytherapy Research.

A spiegare lo studio e quindi i vari passaggi è Barbara Benassi, responsabile del Laboratorio di Salute e ambiente dell’Enea e coautrice della ricerca insieme alla collega Maria Pierdomenico e a Costanza Riccioni di Esserre Pharma: «In laboratorio abbiamo sottoposto cellule di fegato umano a trattamenti differenziati per durata, 4 e 24 ore, e per quantità di estratto naturale somministrato».
Risultati?«È stata riscontrata una diminuzione del contenuto intracellulare di colesterolo e trigliceridi e, soprattutto, l’inibizione dell’espressione dei geni correlati alla sintesi lipidica, cioè del grasso».

Quindi, una volta terminata l’attività in laboratorio, l’avvio (in collaborazione con il professor Arrigo Cicero dell’università di Bologna) di uno studio clinico con 50 persone di età compresa tra i 18 e 70 anni, con un «un livello di colesterolo nel sangue moderatamente alto (tra 115 e 190 mg/Dl)». I 50 pazienti, come sottolineano dall’Enea, sono stati sottoposti «sotto il controllo medico a un trattamento a base di estratto di bergamotto». I risultati, a sentire gli esperti, sono stati promettenti: «Dalle analisi è emerso un aumento del colesterolo ‘”buono’” HDL (+5%), una significativa riduzione del colesterolo ‘”cattivo’”LDL (circa -8%) e dei trigliceridi (circa -13%) e un’azione ipoglicemizzante (circa -3,4% della glicemia a digiuno)».

Una scoperta che apre nuovi scenari per l’agrume tipico della Calabria che viene raccolto da novembre a febbraio e che si caratterizza per una ricca composizione di molecole bioattive. E che dopo una serie di lavorazioni ha un impiego sia in ambito cosmetico sia alimentare.
«Questi risultati – argomenta la ricercatrice – aprono la strada, ad esempio, all’utilizzo dell’estratto di bergamotto su quei pazienti che manifestano effetti collaterali derivati da farmaci e che scelgono un approccio nutraceutico per il trattamento della dislipidemia, un disturbo che altera i livelli di grassi nel sangue aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e altre complicazioni».

L’estratto utilizzato per questa ricerca è ottenuto dalla lavorazione di diverse parti del frutto sottoposte a un processo di separazione dell’olio essenziale, che invece è destinato alle industrie cosmetiche e alimentari. «Troppo a lungo questo frutto è stato sottovalutato – sottolinea Costanza Riccioni, responsabile Ricerca e sviluppo di Esserre Pharma – ma è in realtà un piccolo tesoro a livello scientifico, ricco di flavonoidi, validi alleati del benessere cardio metabolico».

Fonte: Il Sole 24 Ore