Ricette mediche solo in formato digitale, anche quelle per i farmaci pagati dai cittadini

Tutte le ricette mediche da ora in poi saranno solo digitali: non solo quelle “rosse” targate Servizio sanitario nazionale, ma anche quelle “bianche” per i farmaci che i cittadini si pagano da soli. La novità è contenuta nella manovra di bilancio ed entrerà in vigore appena sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale, comunque entro la fine dell’anno. Con questa misura la ricetta medica dematerializzata entra definitivamente a regime, senza più bisogno di nuove proroghe (l’ultima scade proprio nel 2024) dopo la sperimentazione partita com il Covid quando gli italiani hanno imparato a ricevere le prescrizioni sul proprio telefonino.

La misura prevista nella manovra di bilancio

La novità era contenuta anche nel disegno di legge sulle semplificazioni che però è ancora fermo alla Camera, da qui l’accelerazione in manovra proprio per non far scadere l’ultima proroga di questa modalità a cui gli italiani nella stragrande maggioranza sembrano essersi abituati. In particolare l’articolo 54 della legge di bilancio prevede che “al fine di potenziare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva nonché garantire la completa alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico, tutte le prescrizioni a carico del Servizio sanitario nazionale e dei Servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’Aviazione civile e a carico del cittadino sono effettuate nel formato elettronico”. La norma non prevede specifici obblighi o sanzioni ma stabilisce che “le regioni, nell’esercizio delle proprie funzioni di vigilanza e controllo, assicurano, per mezzo delle autorità competenti per territorio, l’attuazione” di questa misura. Ovviamente nessuno vieterà a medici e cittadini di continuare a stampare le ricette, ma quello che cambia è che si dovranno sempre generare in formato digitale.

Le difficoltà per gli anziani e i farmaci “esclusi”

Per i medici di famiglia non cambia molto rispetto ad oggi anche se Sergio Bartoletti vice segretario della Fimmg segnala come “non tutti i farmaci nelle ricette bianche sono dematerializzabili: a esempio non lo sono sonniferi e tranquillanti”. Sulle difficoltà per i più anziani sottolinea come “oggi già stampiamo per loro le ricette quando vengono a studio e continueremo a farlo se necessario. Quello che chiediamo è che anche tutti gli altri medici specialisti, compresi i dentisti, facciano le ricette digitali e non ci obblighino a noi a fare i tipografi contoterzisti facendo materialmente le prescrizoni al loro posto”. Per la segretaria della Spi Cgil, Tania Sacchetti, che rappresenta i pensionati “la norma non prevede misure di accompagnamento come l’apertura di sportelli di aiuto o servizi per aiutare i più anziani o chi ha difficoltà con la digitalizzazione. Si rischia così di introdurre un fattore di esclusione sociale”.

Fonte: Il Sole 24 Ore