Richiesta di rinvio a giudizio e frase sui «voti comprati», nuova bufera su Bandecchi

A pochi giorni dal voto, nella campagna elettorale per le regionali in Umbria irrompe una nuova polemica intorno a Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e coordinatore nazionale di Alternativa popolare che fa parte della coalizione di centrodestra a sostegno della presidente uscente Donatella Tesei. Prima con la richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm di Roma per avere evaso quasi 14 milioni di euro come amministratore di fatto dell’università telematica Unicusano. Poi per un post nel quale ha tra l’altro scritto: «I voti non li elemosino di certo, al massimo li compro o li prendo di prepotenza».

«Non sarò mai rinviato a giudizio»

Tutto succede nel giorno in cui la Lega ha riunito a Perugia tutti suoi ministri per celebrare i due anni di governo. A tenere banco è però Bandecchi. Il quale parlando della richiesta di rinvio a giudizio ha sostenuto che «vuol dire che questa campagna elettorale è importante». «Vuol dire – ha aggiunto – che ha un significato e il mio partito ha un ruolo importante». «Per quanto riguarda la richiesta di rinvio a giudizio – ha detto ancora Bandecchi – sono contento per due motivi: il primo 14 milioni contro 110 quindi ho risparmiato 96 milioni; il secondo perché credo che non sarò mai rinviato a giudizio e semmai lo fossi credo semplicemente che vincerò io».

«I voti li compro o li prendo di prepotenza»

Poche ore e ad esplodere è il caso del post sui voti. «A tutto c’è un limite» ha subito sottolineato Emma Pavanelli, deputata di M5s, secondo la quale «il confine che non può mai essere valicato è quello della legalità, soprattutto in un momento delicato come quello attuale, a pochi giorni da un voto fondamentale per l’Umbria». «Per questo – ha annunciato – ho deciso di depositare un esposto alla Procura, affinché gli organi inquirenti possano accertare se la condotta di Bandecchi possa integrare qualche fattispecie di reato». «Sono felice di sapere dell’esposto e che così la magistratura indagherà e avremo nozione se pago i voti o no» la replica di Bandecchi. «Frasi sessiste, di una gravità inaudita», «per cosa si sta autodenunciando?» ha commentato Marco Grimaldi (Avs) che è intervenuto alla Camera per chiedere un’informativa urgente al ministro dell’Interno Piantedosi.

Le polemiche

Non è la prima volta che Bandecchi finisce al centro di polemiche per sue frasi o comportamenti considerati scorretti. A gennaio, parlando in Consiglio comunale di un atto d’indirizzo sul contrasto alla violenza di genere presentato dalle minoranze, disse: «Un uomo normale guarda il bel culo di una donna e forse ci prova anche. Poi se ci riesce… Se non ci riesce, invece torna a casa». A settembre, nel corso di una diatriba con un cittadino sotto palazzo Spada, sede del Comune di Terni, sputò per due volte dell’acqua, bevuta da una bottiglietta, in faccia al proprio interlocutore accusandolo di essere un «provocatore politico».

Fonte: Il Sole 24 Ore