Riciclo tessile, il Gruppo Florence sigla un accordo con Weturn
Mancano pochi giorni al 1° gennaio, quando con il nuovo anno entrerà in vigore la direttiva europea 2018/85 che impone la raccolta differenziata dei rifiuti tessili (si veda la scheda a sinistra). Nonostante ritardi e difficoltà burocratiche, l’Italia, come prima produttrice europea, è pioniera nel riciclo tessile. E come sta accadendo negli altri Paesi del continente, si moltiplicano anche gli investimenti nel settore: il Gruppo Florence – al quale oggi fanno capo 38 laboratori con quasi cinquemila dipendenti distribuiti in nove regioni, che collaborano con oltre 100 brand internazionali e operano nel ready-to-wear, leather goods, lavorazioni intermedie e calzature – ha firmato un accordo con Weturn, società francese che ha sviluppato la prima catena europea dedicata alla gestione dei rifiuti tessili a ciclo chiuso.
I ritagli di cotone 100% provenienti dalle linee di produzione del Gruppo Florence saranno raccolti, preparati e selezionati per essere trasformati in nuovi filati e materiali. L’obiettivo è anche ridurre le emissioni Scope 3 (tutte le emissioni indirette legate alla catena di approvvigionamento, che spesso rappresentano il 70-80% dell’impronta carbonica totale di un prodotto tessile), poiché, in media, i materiali Weturn abbattono del 50% le emissioni di CO2 rispetto a materiali vergini convenzionali.
Da Inditex a H&M, gli accordi per una moda più circolare
La partnership è solo la più recente in un settore promettente, non solo per l’ambiente: al 2022, per esempio, risale l’investimento del gruppo Inditex in Circ, azienda statunitense che ha messo a punto una tecnologia per separare le fibre del “policotone”, mix di poliestere e cotone estremamente diffuso quanto difficile da recuperare, e che si è tradotta anche in due collezioni Zara, marchio principale di Inditex, realizzate con lyocell e poliestere recuperati.
La start up olandese Re&Up, sviluppata dal gigante tessile turco Sanko Group, ha appena ottenuto un secondo investimento di 70 milioni di euro (dopo quello da 37 milioni nel 2021) da Proparco, istituzione finanziaria partecipata dall’Agenzia francese per lo sviluppo, per costruire un nuovo sito di riciclo a Gaziantep, in Turchia. Si occupa specificatamente di riciclo di nylon 6 e 6.6 da tessuti misti Syntetica, start up basata a Parigi e fondata dai giovani imprenditori Marco Bertone e Louis Monsigny, che ha appena ottenuto 4,2 milioni di finanziamenti da fondi e investitori privati per avviare un processo di riciclo industriale entro il 2026.
Lo scorso marzo H&M, insieme a Vargas Holding, ha lanciato Syre, società che si occuperà di produrre poliestere riciclato da rifiuti tessili e alla quale ha già assicurato acquisti per 600 milioni di dollari in sette anni, per una quantità che coprirà quasi tutto il fabbisogno di fibra di poliestere riciclato (al momento ricavato dal recupero delle bottiglie in Pet) del gruppo svedese: l’obiettivo è aprire nei prossimi anni impianti di recupero e riciclo nel cuore delle filiere, in Europa, Stati Uniti e Asia.
Fonte: Il Sole 24 Ore