Ricominciare a 50 anni: con l’outplacement ci riesce il 70% dei lavoratori
Se parliamo di lavoro, a cinquant’anni può ancora succedere tutto. Rimettersi sul mercato a questa età, magari dopo averne passati venti a lavorare nella stessa grande azienda da cui ci si è sempre sentiti protetti, però non è semplice né dal punto di vista psicologico, né tanto meno pratico perché non si conosce più il mercato. E questo vale per tutti, operai, impiegati, quadri e dirigenti. Però si può fare, come dimostra quel 70% di persone che si sono ricollocate con l’outplacement dopo essere state coinvolte in processi di ristrutturazione o chiusura aziendale. Tra l’altro ancora oggi i tempi di rientro nel mercato del lavoro continuano a mantenersi sui livelli più bassi registrati negli ultimi anni, secondo quanto emerge dai dati Aiso, l’Associazione italiana delle società del settore. Stiamo parlando in media di 4,8 mesi per chi è entrato dentro un progetto di ricollocazione. Una tempistica leggermente più alta rispetto allo scorso anno, quando nello stesso periodo il tempo medio era di 4,6 mesi. Segno del dinamismo del mercato del lavoro che riguarda anche le fasce di età più alte, quelle a cui generalmente appartiene questa categoria di lavoratori. Chimica e farmaceutica, automotive ed engineering sono invece tra i settori in cui ci sono le maggiori possibilità di reinserimento delle persone. Se invece guardiamo alle funzioni, quelle commerciali e amministrative o finance stanno registrando l’aumento maggiore.
Le prospettive
I risultati ottenuti, pur riguardando una platea piuttosto limitata, confermano la validità di uno strumento che ha molte potenzialità, senz’altro ben al di là delle circa 10mila persone che coinvolge, ma il cui uso resta limitato, soprattutto per i costi che ha, interamente a carico dell’azienda, e la mancanza di incentivi e sgravi fiscali. Nei prossimi mesi, però, «prevediamo un maggior utilizzo dell’outplacement in quanto, anche grazie alla misura emanata recentemente dalla Regione Lombardia, i dirigenti che hanno perso l’impiego da almeno un mese, con un’età compresa tra i 50 e i 62 anni, residenti o domiciliati nel territorio della Regione, possono presentare domanda per usufruire di voucher per la ricollocazione e la formazione», spiega il presidente di Aiso, Cristiano Pechy. Con questa iniziativa la Regione Lombardia «ribadisce l’importanza strategica del management come asset per proteggere la competitività delle imprese – continua Pechy -. Accelerando il rientro dei manager nel mercato del lavoro con un percorso di Outplacement personalizzato secondo i migliori standard, Aiso sostiene questa importante misura, avendo in carico oggi decine di dirigenti». A questo va poi aggiunto che Aiso collabora con il Centro di formazione dei manager del terziario nel servizio politiche attive che ConfCommercio e Manageritalia hanno promosso nell’ultimo rinnovo del contratto dei dirigenti del terziario.
Il caso del voucher della Lombardia
La Lombardia è stata la regione apripista sulle politiche attive per i manager grazie all’accordo tra la Regione e le locali Manageritalia, Confcommercio, Federmanager e Assolombarda siglato nel 2022 per rafforzare le politiche attive. Il primo avviso pubblico è in scadenza (è entrato in vigore a settembre 2023 e scade a metà dicembre) ma l’aspettativa di associazioni e imprese è che venga rinnovato. Rivolto ai dirigenti che hanno perso l’impiego da almeno un mese, con una età compresa tra i 50 e i 62 anni, residenti o domiciliati in Lombardia, ha previsto 2 voucher: uno per servizi di placement che possono essere erogati da società di outplacement iscritte all’albo delle agenzie per il lavoro, del valore massimo di 6mila euro, l’altro per formazione specialistica erogata da operatori accreditati regionali per servizi di istruzione e formazione, Università, Fondazioni Its Academy del valore di 5mila. La dotazione complessiva è di 1,5 milioni di euro a cui si aggiunge una riserva finanziaria di 500mila euro a favore di destinatari di genere femminile.
«La misura rappresenta una delle risposte possibili che pubblico e privato possono mettere in campo per essere competitivi», osserva Marco Bodini, Presidente di Federmanager Lombardia. «Con una spinta di incentivazione adeguata, potremmo ulteriormente stringere il forte connubio tra manager, imprese e Regione Lombardia a beneficio del recupero e dell’innesto di competenze qualificate nel tessuto industriale lombardo», continua Bodini. «Il supporto ai dirigenti nei momenti di transizione professionale, che abbiamo messo nel contratto da anni, anche in sinergia con l’Outplacement, è – dice Marco Ballarè, presidente di Manageritalia – un fattore determinante per le singole persone e per le aziende. Infatti, con l’obiettivo di non disperdere valide professionalità, oggi sempre più determinanti alle imprese per stare sul mercato e competere, aiutiamo entrambi a tutto vantaggio del sistema, come dimostra anche il finanziamento di Regione Lombardia».
Ogni destinatario può richiedere il contributo su una o entrambe le Linee di finanziamento. Da notare che si tratta però di un cofinanziamento dove la Regione Lombardia rimborsa fino al 75% della spesa erogata per il dirigente, e in cui il soggetto erogatore dovrà allegare la copia della fattura emessa per l’attività non coperta dalla Regione. Manageritalia ha attivato anche un servizio attraverso il Centro di formazione management del terziario (CFMT) che interviene solo nei casi dei dirigenti che hanno interrotto il rapporto di lavoro in base ad una delle 4 causali previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro. Il 30% dell’importo del voucher viene rimborsato all’ente erogatore a condizione che il percorso sfoci in un unico contratto di lavoro di tipo subordinato, con qualifica di dirigente o quadro, di almeno 12 mesi o in uno o più contratti di supporto manageriale, con il modello del “Temporary manager” o del “Fractional manager”, per una durata complessiva di almeno 12 mesi, anche non continuativi, gestiti con rapporto di consulenza.
Fonte: Il Sole 24 Ore