Rientra dagli Stati Uniti un patrimonio di 600 opere d’arte sottratte all’Italia

Un’infinità di reperti archeologici, monete antiche in metalli vari, sculture e ancora pergamene e dipinti del Seicento. È il frutto di depredazioni condotte negli anni in Italia, di scavi clandestini e furti lungo la Penisola, un patrimonio riportato dagli Stati Uniti nel nostro Paese dal valore, secondo le stime, di circa 60 milioni di euro. I beni sono rientrati grazie alle numerose indagini condotte dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale con diverse Procure della Repubblica nazionali, coadiuvate dal New York District Attorney’s Office e dall’Homeland Security Investigations statunitense.

Il più grande archivio al mondo di beni rubati

«Riportare in Italia questi beni permetterà anche di sanare tante ferite che si sono aperte negli anni nei territori dove sono stati trafugati, privando le comunità di pezzi importanti della loro identità», secondo il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Per le attività di indagine il TPC si avvale di un importante strumento tecnologico, la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, che costituisce il più grande archivio al mondo di beni d’arte rubati, con informazioni su oltre 7 milioni di oggetti censiti, di cui 1.315.000 da recuperare. Attualmente è attivo un innovativo strumento che sfrutta l’intelligenza artificiale, denominato Stolen works of art detection system (Swoads) che elabora la ricerca nel web e social network, senza soluzione di continuità, di opere d’arte trafugate. L’ultimo rapporto sull’attività svolta nel 2023, diffuso nei giorni scorsi dal TPC, indica 105.474mila beni d’arte recuperati per oltre 264 milioni di euro.

Consolidata cooperazione investigativa, giudiziaria e diplomatica

«Celebriamo oggi un nuovo successo conseguito dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale con il rimpatrio in Italia di centinaia di opere d’arte di pregevole valore, frutto della consolidata cooperazione investigativa, giudiziaria e diplomatica tra il TPC, la magistratura e le autorità di polizia federali e statali degli Stati Uniti», ha commentato il generale Francesco Gargaro, comandante del TPC. Per l’ambasciatore americano Jack Markell, intervenuto all’evento di presentazione all’Istituto centrale per il restauro, gli Usa «sono fortemente impegnati per la salvaguardia e la conservazione del patrimonio culturale in tutto il mondo. Dal 2001, gli Stati Uniti adempiono ad un accordo bilaterale con l’Italia per combattere il traffico di antichità, e insieme continuiamo a lavorare per proteggere, preservare e promuovere la cultura e le arti». L’opera di contrasto è vista come «un fiore all’occhiello della collaborazione Italia-Usa» dal sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi. «Grazie a questo dream team l’italia e gli Stati Uniti scrivono oggi una pagina di amicizia e collaborazione nella lotta comune al traffico illecito dei beni culturali, una lotta a tutela della bellezza e del rispetto della nostra storia».

L’esposizione temporanea dei reperti per gli studenti

La Direzione generale Musei del MiC accompagnerà, insieme alla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio, il viaggio di queste opere straordinarie fino agli istituti museali che ne saranno la nuova casa. Dal grande calderone bronzeo di epoca orientalizzante decorato con teste di grifo alle lastre etrusche dipinte, dalla ceramica figurata di produzione ateniese ad oggetti preziosi quali la corona in oro e le coppe cesellate in argento, dalla straordinaria statua in bronzo di principe ellenistico al mosaico romano, di epoca imperiale, con Orfeo e gli animali, «queste suggestive testimonianze costituiscono un racconto variegato della nostra eredità culturale nei suoi molteplici e affascinanti aspetti. Nei prossimi giorni gli studenti di alcuni istituti scolastici potranno visitare l’esposizione temporanea dei reperti allestita presso l’Icr, per continuare a stimolare la sensibilità dei giovani nei confronti di temi fondamentali quali la legalità e il valore del nostro patrimonio», ha spiegato il direttore generale Musei Massimo Osanna.

Mappato il traffico clandestino del materiale

“L’operazione “Symes”, grazie alla serrata attività in stretta sinergia dal Comando Carabinieri TPC e la Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio del MiC, con il supporto giuridico dell’Avvocatura dello Stato fin dal 2007, ha consentito il recupero e il rimpatrio di una moltitudine di reperti archeologici di inestimabile valore provento di attività illecita di scavo clandestino. Come sottolineato da Luigi La Rocca, direttore generale Abap, «si tratta di un vero e proprio tesoro di circa 900 pezzi tra i quali sculture, gioielli, bronzetti, ceramiche a figure rosse e nere, riconducibile alla figura di Robin Symes, noto trafficante internazionale di reperti antichi, di cui una parte considerevole recuperata negli Stati Uniti grazie alla collaborazione con la Procura di New York. Nonostante la distruzione della documentazione commerciale relativa alla attività di commercio internazionale di materiale archeologico, le autorità coinvolte hanno ricostruito la mappa del traffico clandestino del materiale scavato ed esportato dal territorio italiano, oggetto dello straordinario recupero a favore del ministero della Cultura». 

Fonte: Il Sole 24 Ore