Rifiuti, Italia prima in Europa con tasso di riciclo all’85,6%
Con 137 milioni di tonnellate di rifiuti riciclati, che corrispondo all’85,6% del totale dei rifiuti trattati (tra urbani e speciali compresi i rifiuti inerti) l’Italia guida la classifica europea dei Paesi che riciclano di più, con la media Ue ferma al 40,8%. L’Italia primeggia anche per il tasso di utilizzo di materie prime seconde: il 20,8% dei materiali utilizzati dall’industria nel 2023 proviene dal riciclo dei rifiuti, quasi il doppio rispetto alla media europea (11,8%), contro il 13,9% della Germania, il 17,6% della Francia, l’8,5% in Spagna.
Sono i numeri del rapporto “Il Riciclo in Italia 2024”, presentato durante la terza edizione della Conferenza nazionale dell’industria del riciclo promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile in collaborazione con il Conai e Pianeta2030 del Corriere della Sera, con il patrocinio di Ministero dell’Ambiente, Ispra e Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.
La domanda di materia riciclata
«Per aumentare la circolarità e i tassi di riciclo è fondamentale assicurare stabilità, volumi adeguati di domanda e prezzi remunerativi per le materie prime seconde generate dal riciclo», ha commentato il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile Edo Ronchi: «Per questo assume rilevanza strategica la nuova proposta annunciata dalla commissaria Von der Leyen di una nuova legge europea sull’economia circolare, che contribuirà a creare una domanda di mercato per materiali secondari. Ma oltre alle misure europee, servirebbero anche iniziative nazionali per aumentare la domanda interna di materiali provenienti dal riciclo e contrastare con efficacia la concorrenza sleale alle attività industriali di riciclo».
«Con l’avvio del nuovo corso della Commissione europea diretta dalla Von der Leyen», ha sottolineato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin nel suo video messaggio alla Conferenza, «c’è una nuova occasione su cui puntare per lo sviluppo di una economia circolare nell’obiettivo di una economia decarbonizzata».
La sfida del tessile
Tra le sfide più significative c’è quella riguardante il settore tessile: pur aumentando le quantità raccolte di rifiuti tessili negli ultimi anni (nel 2022 la raccolta ammonta a circa 160mila tonnellate in aumento del 4% circa rispetto al 2021) è ancora ingente la quota stimata di rifiuti urbani tessili, oltre 1 milione di tonnellate (circa 7 volte la quantità della raccolta differenziata rilevata nel 2022) che finiscono nella raccolta indifferenziata. L’obbligo di raccolta differenziata vigente in Italia dal 2022 è ancora poco applicato, anche per carenza di impianti di riciclo, sono attesi nuovi sviluppi per il riciclo del settore a livello europeo. Nel 2020, l’Unione europea ha generato circa 6,9 milioni di tonnellate di rifiuti tessili, con una media di circa 16 kg pro-capite: solo 4,4 kg pro-capite sono stati raccolti separatamente per il riutilizzo e il riciclo. Oggi solo l’1% dei tessili viene riciclato in un ciclo chiuso e si stima che, per raggiungere la circolarità in Europa, entro il 2030 sarebbero necessari tra i 150 e i 250 nuovi impianti.
Fonte: Il Sole 24 Ore