Rifiuti, la commissione Ecomafie apre un’inchiesta sul termovalorizzatore di Roma. «Ma i nuovi impianti servono»

Rifiuti, la commissione Ecomafie apre un’inchiesta sul termovalorizzatore di Roma. «Ma i nuovi impianti servono»

Per anni quattro Tmb trattavano oltre 900mila tonnellate l’anno

Dopo la chiusura della discarica – ora oggetto di lavori di adeguamento per garantire la copertura impermeabile-capping, l’impiantistica per la captazione del biogas e il trattamento del percolato e la cinturazione contenitiva esterna (la commissione propone «un’indagine epidemiologica periodica» per comprendere a pieno gli effetti sulla salute dei residenti) – per anni i mezzi di raccolta hanno scaricato i rifiuti nei quattro Tmb allora in funzione a Rocca Cencia, Salario e Malagrotta, prima di inviare le matrici nel termovalorizzatore di San Vittore e in altre Regioni oppure in discarica. I quattro Tmb garantivano una potenzialità di oltre 900mila tonnellate l’anno, assicurando l’autosufficienza del trattamento primario dei rifiuti urbani residui.

Dal 2018 la drastica riduzione della capacità impiantistica

Ma dal 2018 questa dotazione impiantistica si è progressivamente assottigliata: il Tmb Salario ha chiuso dopo un incendio avvenuto a luglio 2018, quello di Rocca Cencia, come Salario di proprietà dell’Ama, ha subito due anni dopo un sequestro giudiziario che ha imposto una riduzione del 40% della potenzialità di trattamento autorizzata, da 234mila a 140.400 tonnellate l’anno; gli impianti di Malagrotta di proprietà della società E. Giovi hanno chiuso, sempre a causa di incendi, a giugno 2022 e a dicembre 2023. Risultato? «Una drastica riduzione della capacità impiantistica nel territorio di Roma Capitale».

Raccolta differenziata verso il 47% nel 2024, obiettivo 70% entro il 2035

Nel frattempo, dal 2010 al 2022, la produzione complessiva di rifiuti in città è calata del 12,8% mentre la raccolta differenziata è cresciuta di circa 345mila tonnellate, con una percentuale, calcolata rispetto al dato di produzione totale dei rifiuti, che è passata dal 21,1% del 2010 al 45,9% del 2022. Nel 2023 i rifiuti prodotti e raccolti a Roma sono stati poco meno di 1,6 milioni di tonnellate. La stima per il 2024, sulla base della proiezione dei dati preconsuntivi del primo trimestre, prefigurerebbe un aumento dello 0,8%, fino a poco meno di 1,61 milioni di tonnellate. La raccolta differenziata aumenta ancora, passando al 46,7% del 2023 al 47,5% del primo trimestre di quest’anno.

Dove vanno i rifiuti romani

La relazione prova a ricostruire la geografia dei rifiuti romani. Quelli organici da raccolta differenziata sono stati prevalentemente gestiti in impianti extraregionali: su 204mila tonnellate avviate in impianti di trattamento biologico aerobico o anaerobico dal Comune, l’82,1% è stato trattato fuori regione (soprattutto Friuli-Venezia Giulia e Veneto) e solo il 17,9% nel Lazio. Per quanto riguarda l’indifferenziata, l’inceneritore di San Vittore ha gestito più di 289mila tonnellate di rifiuti urbani o derivanti dal pretrattamento dei rifiuti urbani, di cui si stima che circa 149mila tonnellate provengano da impianti di trattamento meccanico biologico o da gestori a servizio del comune di Roma.

Fuori regione 101mila tonnellate, all’estero quasi 38mila

Più di 101mila tonnellate di spazzatura romana, trattati dai Tmb del Lazio, sono state, invece, avviate a impianti di incenerimento localizzati al di fuori del territorio regionale, soprattutto in Lombardia (78.802 tonnellate) ed Emilia Romagna (19.410 tonnellate). I rifiuti provenienti dalla regione Lazio e smaltiti in discariche extraregionali, essenzialmente prodotti a Roma, sono quantificati in circa 82mila tonnellate nel 2022, mentre il quantitativo dei rifiuti urbani pretrattati esportati fuori dal territorio nazionale e avviati a impianti di incenerimento esteri ammonta a quasi 38mila tonnellate, per l’85% destinate nei Paesi Bassi e per il restante 15% in Germania.

Fonte: Il Sole 24 Ore