Rimandato il progetto di gigafactory a Termoli, sindacati pronti alla mobilitazione
Per i sindacati, prendere tempo sul progetto di Gigafactory a Termoli è inaccettabile, tanto da spingere i rappresentanti dei lavoratori ad una possibile mobilitazione, dopo le assemblee di venerdì. Il progetto di Acc, la joint venture tra Stellantis, Mercedes Benz e Total Energies, come emerso qualche giorno fa e poi ufficialmente confermato durante l’incontro al Mimit, «è posposto» come comunicato da Benoit Torres, vice president del progetto Termoli.
L’introduzione di nuove chimiche di celle a basso costo nello stabilimento italiano – uno dei tre annunciati da Acc, accanto al polo in Germania e a quello in Francia, già operativo – impone necessari aggiustamenti rispetto al timing dell’avvio dei lavori di costruzione, ha argomentato l’azienda. A pesare sulla decisione di “prendersi una pausa” per rivedere il piano industriale nasce da due ordini di fattori, il rallentamento del mercato dell’elettrico in tutta Europa, che spinge i player dell’automobile a rivedere piani e progetti di investimento, e la scelta di focalizzare a Termoli la produzione di batterie a basso costo, tecnologia, dice l’azienda, non ancora a punto. Il primo modulo produttivo inizialmente era calendarizzato al 2026, ma a questo punto uno slittamento è scontato.
«Il progetto di costruzione della gigafactory a Termoli non è semplicemente rinviato di qualche mese, ma sospeso per lo meno fino alla fine dell’anno, senza alcuna certezza per il futuro» scrivono in una nota i sindacati metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm, Ugl e Fismic, accanto all’Associazione Quadri. «È questa una situazione che come sindacati non possiamo accettare e per cui abbiamo chiesto a Governo e Regione Molise di intraprendere una azione comune finalizzata ad ottenere chiarezza da ACC e dalla stessa Stellantis». L’azienda dunque, sottolinea Stefano Boschini della Fim Cisl, «non potrà dare un aggiornamento del progetto fino a fine anno. Si tratta di una scelta negativa, perché non tiene conto delle ripercussioni sui 2000 lavoratori e le loro famiglie, oltre ai lavoratori dell’indotto, in un territorio che regge gran parte della sua economia proprio grazie al sito che produce propulsori endotermici per il gruppo Stellantis».
Parte della questione Termoli è il contratto di sviluppo sottoscritto con il Governo che prevede aiuti per 370 milioni a fronte di un investimento da 2,3 miliardi. Ricevute da ACC le modifiche sulle nuove tecnologie del progetto, già approvato nella programmazione del Pnrr, il ministero «si riserva di valutare, anche con la Commissione Europea, se esse siano compatibili con tempi e modalità del finanziamento stanziato». Il Mimit fa sapere di condividere le preoccupazioni dei sindacati, sollecita l’azienda a definire «tempi certi nella realizzazione del progetto» e chiede «precise garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali sugli stabilimenti produttivi di Stellantis in Molise». A rassicurare i sindacati non sono bastate le dichiarazioni di un portavoce di Stellantis che ha ricordato la decisione di potenziare la produzione di componenti per motori termici proprio nello stabilimento di Termoli, «grazie alla decisione di sviluppare una nuova Fiat 500 ibrida per l’avvio commerciale a fine 2025-inizio 2026 e di estendere la vita commerciale della Fiat Panda ibrida, fino al 2029». Il ministero convocherà un tavolo Stellantis per il Molise.
ACC ha inaugurato il suo primo grande stabilimento un anno fa a Douvrin, nel nord della Francia. Oggi la situazione del mercato europeo dell’elettrico è meno promettente e lo stesso Carlos Tavares, ceo di Stellantis, aveva dichiarato qualche giorno fa, relativamente agli investimenti nel settore delle gigafactory, «saranno in linea con le richieste del mercato dell’elettrico». Obiettivo di ACC è «aggiornare la propria tempistica industriale e la strategia di costruzione», posticipando la riapertura delle discussioni sui contenuti di dettaglio del progetto a Termoli per fine 2024-inizio 2025.
Fonte: Il Sole 24 Ore