Rinnovabili, il governo interviene sulla Sardegna: ecco perché diventa più facile installare gli impianti nelle regioni
Il Consiglio dei ministri ha colto l’occasione del ricorso contro la legge per le Aree Idonee varata dalla Sardegna per dare una linea d’indirizzo sulle modalità di recepimento del decreto nelle leggi regionali che dovranno essere varate da tutte le regioni italiane (visto che anche la Sardegna a questo punto dovrà rimettere mano alla sua) entro il primo semestre di quest’anno.
Le motivazione del ricorso contro la legge della Sardegna
L’orientamento è emerso da una nota che richiama le motivazioni del ricorso pubblicata sul sito del dipartimento degli Affari regionali: in esse si fa riferimento alla sospensione del decreto Aree Idonee decisa, a fronte del ricorso da parte di operatori privati, dal Consiglio di Stato, che dovrà esprimersi nel merito il prossimo 5 febbraio. La sospensione riguarda la parte del decreto che sembra lasciare margini discrezionali alle regioni nel recepire quanto già previsto dalla legge statale: e cioè la definizione delle aree considerate idonee di default, come ad esempio ex cave, siti industriali non più utilizzati, terreni accanto a tratte ferroviarie o autostradali. La regione Sardegna era andata ben oltre, di fatto rendendo non idoneo tutto il territorio regionale.
Il CdM: illegittime norme regionali restrittive su Aree Idonee
Nelle motivazioni del ricorso si toglie qualsiasi margine di discrezionalità e si impedisce di escludere le aree idonee di default, in qualche modo forse anticipando quello che sarà l’orientamento del Consiglio di Stato, e dando un chiaro segnale a tutte le regioni che in questa fase stanno predisponendo legge per stabilire come e dove istallare gli impianti rinnovabili, fotovoltaici, agrivoltaici, eolici on o offshore e via dicendo.
Nelle motivazioni pubblicate sul sito del dipartimento si legge che «a fronte dell’ordinanza del Consiglio di Stato che ha sospeso una parte del Decreto aree idonee del Mase (art. 7, comma 2, lettera c), ossia nella parte in cui sembrerebbe lasciare alle singole Regioni la facoltà di restringere il campo di applicazione delle aree “immediatamente” idonee, ne consegue l’illegittimità di qualsivoglia disposizione normativa di rango regionale che, nell’individuare le aree idonee, trovi spazio per incidere, in senso restrittivo, sul minimum di aree idonee identificato dal legislatore statale al comma 8 dell’articolo 20 del d.lgs. n. 199 del 2021». Nella nota pubblicata sul sito del Dipartimento Affari regionali si legge che inoltre che «il che conferma la rigidità delle norme statali in materia e l’esiguità dello spazio lasciato alla disciplina regionale».
L’impugnativa della norma sarda depositata tra qualche giorno
La decisione di impugnare la legge della Sardegna sulla Aree Idonee, l’unica sinora varata, era stata adottata mercoledì dal Consiglio dei ministri il quale aveva ravvisato la violazione dell’articolo 117 della Costituzione che riconosce la potestà legislativa dello Stato italiano. Come già avvenuto con la moratoria sulle rinnovabili varata dalla Sardegna lo scorso anno (e impugnata dal governo), dopo la decisione del Consiglio dei ministri ci vorranno alcuni giorni perché il ricorso venga depositato e probabilmente – nel frattempo – il Consiglio di Stato deciderà nel merito sulla parte sospesa del decreto Aree Idonee.
Fonte: Il Sole 24 Ore