Rinnovabili, qual è la comunità energetica ideale? Quella industriale

Rinnovabili, qual è la comunità energetica ideale? Quella industriale

Gli investimenti finalizzati a generare impatto sociale e ambientale positivo e misurabile, producendo al tempo stesso un ritorno economico per gli investitori, possono essere un acceleratore importante per lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer). È quanto emerge dalla ricerca “Comunità Energetiche Rinnovabili a impatto. Modelli e strumenti di impact investing per la transizione giusta”, promossa da Social Impact Agenda per l’Italia con il contributo di Amundi, Coopfond, Gruppo Cooperativo Cgm e Intesa Sanpaolo, realizzato da Bip in partnership con AzzeroCO2, BonelliErede, ESTÀ, Kyoto Club.

La comunità energetica più efficace

Lo studio identifica e approfondisce le soluzioni di investimento e finanziamento a impatto più efficaci all’interno del contesto delle Cer, attraverso un’analisi basata sul confronto con diversi stakeholder e sullo studio di esperienze in corso in tutta Italia. Sono stati inizialmente identificati gli elementi caratterizzanti delle Comunità energetiche rinnovabili, dalla configurazione giuridica a quella tecnologia e di business e, in secondo luogo, gli strumenti di impact investing più rilevanti in ambito Cer e le metodologie per la misurazione degli impatti ambientali e sociali.

Le interviste a operatori finanziari e ai protagonisti delle associazioni di categoria, della Pubblica Amministrazione, enti di ricerca e del Terzo Settore, combinata alle simulazioni tecnico-economiche delle Cer di diverse configurazioni, ha consentito tanto l’identificazione di opportunità e criticità qualitative dell’adozione di pratiche di impact investing nell’ambito dei progetti Cer quanto la definizione delle Cer idealtipo, caratterizzate da un modello economico-finanziario remunerativo e capace di generare un valore positivo per la comunità sia in termini ambientali che sociali: Cer industriali, a trazione pubblica, a trazione del terzo settore/ente religioso, di soli cittadini, mista.

«Lo studio – spiega Anna Voltolini, segretaria generale di Social Impact Agenda per l’Italia – si propone di identificare l’idealtipo più attrattivo per la finanza a impatto, analizzando la sostenibilità giuridica, economica e sociale. Le comunità energetiche rinnovabili industriali si posizionano al primo posto, seguite da quelle a trazione pubblica e da quelle a quelle a trazione del terzo settore: si dimostrano sostenibili nel tempo e capaci di generare impatto maggiore sui territori in cui operano. Le più deboli, invece, sono quelle di soli cittadini, mancano basi di governance».

Strumenti di impact investing

Lo studio ha anche identificato gli strumenti di impact investing ad alto potenziale di compatibilità con le Cer idealtipo individuate, i cui criteri di allineamento considerano: la capacità economica, la robustezza giuridico-finanziaria, la natura e gli obiettivi del soggetto beneficiario e del soggetto finanziatore e i requisiti dello strumento finanziario. Tra i più promettenti emergono l’equity tramite fondo infrastrutturale e il crowdfunding. Inoltre, è stato proposto un modello per la misurazione di impatto che abbina a ciascuna categoria il rispettivo obiettivo di sviluppo sostenibile per il quale è atteso il più rilevante contributo, così da offrire l’opportunità di valutare quali tra gli indicatori proposti risultino siano in linea con il proprio scopo, i propri membri centrali per numerosità, il ruolo ricoperto nella Cer ed eventuali requisiti di misurazione dell’impatto a cui la Cer è soggetta.

Fonte: Il Sole 24 Ore