Rischio monossido, come sfuggire al killer silenzioso
Capodanno è dietro l’angolo e tanti si metteranno in viaggio per trascorrere l’ultimo giorno del 2024 in case di montagna, di campagna o al mare d’inverno, abitazioni delle vacanze magari chiuse da mesi. Complice un caminetto acceso con un tiraggio insufficiente per scarsa manutenzione, vecchie stufe o caldaie malfunzionanti, il rischio è che si insinui un ospite invisibile e pericoloso: il monossido di carbonio. Negli ultimi giorni a cavallo del Natale 2024 si sono registrati diversi episodi in Italia con diverse vittime e intossicati gravi, in alcuni casi ancora ricoverati.
“Tutti gli anni la fase invernale è ovviamente il momento clou delle segnalazioni di intossicazioni legate a quello che viene definito un ’killer silenzioso’”, sottolinea Carlo Locatelli, direttore del Centro antiveleni e tossicologico Maugeri (Pavia).
Perché è pericoloso il monossido di carbonio
Il monossido è un killer silenzioso perché “è un gas inodore, incolore, insapore” che origina da processi di combustione incompleta che si possono verificare in caso di impianti di riscaldamento malfunzionanti, canne fumarie ostruite, utilizzo improprio di bracieri (per esempio in ambiente confinato o poco areato).
Monossido, la difficoltà a riconoscere i sintomi
Locatelli sottolinea la diufficoltà di riconoscere e classificare subito come tale l’intossicazione: “Il monossido di carbonio è chiamato anche il grande imitatore perché i sintomi che dà mimano altre condizioni, dalle gastroenteriti a una profonda stanchezza”. E questo fa sì che vengano anche sottovalutati. Sono sintomi aspecifici “che possono sembrare banali”: cefalea, nausea, vomito, dolori addominali, dolore toracico, ma ci sono anche segni più gravi come svenimento, convulsioni.
Intossicazioni quando si accendono i riscaldamenti
“Questi episodi di intossicazione si verificano tipicamente quando si accendono i riscaldamenti”, illustra l’esperto. Il pericolo monossido colpisce “in varie zone in modo diverso, ovviamente in particolare dove fa più freddo, quindi con una prevalenza nel Nord del Paese, ma non solo. Persino nelle zone insulari e al Sud non è raro che ci siano episodi simili, magari in abitazioni singole, indipendenti, con impianti non centralizzati che si usano poco; capita dove si usano bracieri o stufe vecchie e ferme da tempo. E’ un problema ubiquitario e nei periodi di vacanze natalizie non è infrequente”.
Fonte: Il Sole 24 Ore