
Riscossione, ancora incassabili 6 su 25 miliardi di tasse e multe non pagate ai Comuni
Vale 25 miliardi la quota comunale nel magazzino della riscossione; circa 6, cioè poco meno di un quarto, sono considerati incassabili. Sono cifre modeste se messe in rapporto ai 1.275 miliardi di arretrati complessivi ancora nei cassetti della nostra amministrazione finanziaria, oltre 21mila euro per ogni italiano in un conto che comprende anche i neonati. Ma le somme diventano significative se lette con gli occhi dei sindaci, soprattutto di quei Comuni (in genere nel Mezzogiorno) più in difficoltà con la riscossione e quindi con la tenuta dei conti. Perché quando si parla di enti locali le medie di comparto hanno un significato relativo, figlie come sono di realtà molto diverse fra loro.
L’audizione
È partito da qui l’11 febbraio il confronto degli amministratori locali con la commissione tecnica sul magazzino della riscossione, l’organismo guidato dall’ex magistrato contabile Roberto Benedetti e pensato dalla delega fiscale con l’obiettivo di condurre un’operazione verità sulle vecchie cartelle incagliate. Perché il presupposto indispensabile per decidere davvero come gestire questi crediti è fare ordine nella loro natura, e distinguere quel che si può ancora sperare di incassare da ciò che invece va considerato irrimediabilmente perso, in quanto legato a imprese e contribuenti che non esistono più oppure oggetto di azioni esecutive già tentate a più riprese e andate a vuoto.
Sfida difficile
Il compito è inedito, e non è dei più semplici come mostra anche il dibattito di questi giorni sulla nuova rottamazione delle cartelle. Con il discarico automatico dopo cinque anni la riforma fiscale prova a evitare che il magazzino cresca, ma l’arretrato è rimasto fin qui un territorio quasi inesplorato, oltre che sconfinato. Nel giro di pochi mesi, in un calendario accelerato anche dall’urgenza politica che si è riaccesa intorno alla riscossione, la Commissione è chiamata a portare sul tavolo del ministro dell’Economia Giorgetti una “proposta di soluzioni per il discarico del magazzino, in tutto o in parte, da attuare con successivi provvedimenti legislativi”, come recita l’articolo 1 del decreto che la istituisce. L’idea è quella di dividere il magazzino in tre parti: i crediti ancora recuperabili direttamente, quelli più problematici da cartolarizzare e infine quelli da cancellare perché ormai non offrono più alcuna speranza di incasso, nemmeno parziale. L’analisi si svilupperà con un ciclo di audizioni che, dopo il debutto di ieri con Ifel e Prelios coinvolgerà Inps, Inail, Amco, Corte dei conti, Regioni e Province.
Le richieste dei sindaci
I Comuni guardano con attenzione alla partita, chiedendo soprattutto di evitare mosse che potrebbero colpire i conti degli enti più in difficoltà. Perché la teoria delle regole contabili escluderebbe contraccolpi, avendo obbligato le amministrazioni a una pulizia completa dei bilanci dai residui troppo invecchiati, ma la realtà dei singoli consuntivi può essere più articolata. La richiesta è quella di non trascurare il ruolo delle amministrazioni e dei concessionari privati, in linea con il loro rafforzamento previsto dal decreto attuativo della delega sulla riscossione locale atteso in Conferenza Unificata e poi in consiglio dei ministri nelle prossime settimane.
Fonte: Il Sole 24 Ore