Riso, via al tavolo per tutelare un settore da 600 milioni di euro

Una fiera internazionale b2b per promuovere il riso piemontese. Si chiamerà Risò e si terrà a Vercelli nell’autunno 2025 «nell’unica Borsa merci ancora attiva in Italia». A dare l’annuncio a Ortigia è stato il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, facendosi interprete di una volontà di rilancio e di riconoscimento che anima tutti gli esponenti della filiera, da anni alle prese con la concorrenza dei prodotti a dazio zero in arrivo dal sud-est asiatico, tanto da aver indotto il governatore a invocare maggiore attenzione da parte delle nuove istituzioni europee.

Dopo l’altolà della Commisione Ue alla richiesta avanzata dal Pakistan di registrare il Basmati come Igp, la filiera accoglie con un applauso la notizia, annunciata dal sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra, di un avvio imminente del tavolo di settore, richiesto a gran voce dalle associazioni. «Definiti gli attori insieme con l’Ente nazionale risi, possiamo fissare la data del primo incontro», ha detto La Pietra.

Il panel “Riso, eccellenza italiana nel mondo” che si è tenuto all’interno di DiviNazione Expo – l’evento che prelude al G7 – è stata l’occasione per fare un punto sul cereale che anche la Ue considera “risorsa strategica”, poichè garantisce autosufficienza in un contesto globale dominato da pochi grandi produttori.

Carnaroli, Arborio, Roma-Baldo, Vialone Nano, Sant’Andrea, Ribe: oggi il riso italiano è diventato un elemento distintivo della cultura gastronomica italiana con varietà celebri in tutto il mondo. «Non è una commodity – ribadisce il direttore generale dell’Ente Risi, Roberto Magnaghi – perchè si distingue per la varietà delle qualità. L’Italia è fra il 35esimo e il 40esimo posto nella graduatoria mondiale dei Paesi produttori, ma è tra i primi dieci Paesi esportatori mondiali e secondo fra i Paesi ad economia avanzata dopo gli Usa (esportando un quantitativo di riso pari a un quarto di quello Usa, ma avendo una produzione pari a un sesto di quella americana)».

Con 226mila ettari coltivati, è il primo produttore in Europa (con una quota di mercato del 61,3% nel 2023), seguita dalla Spagna con il 15,7%. Il fatturato industriale si aggira intorno ai 100 milioni di euro, quello dei risicoltori è di 500 milioni di euro. Commercializza circa 1,1 milioni di tonnellate di riso lavorato di cui: 40% in Italia, 50% nel resto della Ue, 10% nei Paesi extra-Ue.

Fonte: Il Sole 24 Ore