Roma ci riprova, via alla rimozione delle keybox: obiettivo 100 al giorno

Roma ci riprova, via alla rimozione delle keybox: obiettivo 100 al giorno

Il primo tentativo non era andato a buon fine e ora il Comune di Roma ci riprova: è partita mercoledì 29 gennaio dallo storico rione Monti l’operazione di rimozione delle keybox, le cassette di sicurezza che custodiscono le chiavi fuori dall’alloggio e permettono ai turisti di procedere con il self check-in quando si arriva in un appartamento senza la presenza del gestore.

La task force anti-cassettine

L’operazione è stata affidata a una task force di 20 agenti della Polizia locale e 15 operai con cesoie distribuiti in diversi quartieri: l’obiettivo è la rimozione di 100 cassette al giorno «fino a debellare il fenomeno» ha annunciato l’assessore al Turismo Alessandro Onorato. «Le keybox – ha spiegato – non si possono attaccare e sono un’offesa alla nostra città e al tipo di accoglienza che vogliamo offrire ai turisti». L’intervento avrà due modalità: «Se queste key box saranno ad esempio a fianco dei citofoni, quindi su luoghi privati ma prospicienti allo spazio pubblico e visibili, secondo il regolamento della Polizia di Roma Capitale si arreca un danno a un bene che ha un valore storico, monumentale – ha detto Onorato -: per questo, la polizia potrà intervenire sanzionando, qualora non trovasse a chi appartiene quella scatolina, direttamente l’amministratore del condominio. Sugli spazi pubblici invece, come abbiamo cominciato a fare, noi possiamo togliere le keybox ovunque li troviamo. È una sorta di sequestro. Qualora trovassimo anche il responsabile, gli faremmo una multa».

La falsa partenza di dicembre

L’operazione fa seguito a una falsa partenza del Campidoglio. A dicembre il Viminale aveva chiarito che l’identificazione da remoto automatizzata degli ospiti delle strutture ricettive non soddisfa i requisiti previsti dalla legge e aveva ribadito l’obbligo dei gestori di dare alloggio esclusivamente a persone munite di documento d’identità. Di fatto un divieto di utilizzare le keybox. Il Comune di Roma era partito subito con il sequestro delle prime 13 “cassettine” ma si è dovuto fermare dopo che il pm Alessandro Di Cicco non aveva convalidato l’operazione: «Si è operato un sequestro avente mera valenza esplorativa – aveva scritto il magistrato – mediante un’indiscriminata acquisizione delle keybox, senza che venissero accertati i presupposti di legge». La polizia locale avrebbe dovuto verificare se il proprietario dell’alloggio fosse andato di persona a fare il check-in degli ospiti. L’operazione pilota si era quindi conclusa.

Il regolamento: multe fino a 400 euro

Per la nuova operazione il Campidoglio si basa sul regolamento della Polizia locale- «L’articolo 4, lettera G», dice Onorato, «vieta esplicitamente di “apporre lucchetti e oggetti di qualsiasi altro genere su beni del patrimonio storico, archeologico, artistico e monumentale”. Per attaccare una scatoletta all’esterno di un palazzo privato che insiste su suolo pubblico serve l’autorizzazione della Sovrintendenza Capitolina se siamo all’interno della Carta per la Qualità, che comprende tutti gli edifici della Mura Aureliane ma anche alcuni in zone esterne. Nessun titolare di una struttura è stato mai autorizzato. Inoltre, i palazzi del Sito Unesco hanno un doppio vincolo, anche quello della Soprintendenza Statale, che non ha mai approvato alcuna keybox. Noi multeremo quindi l’intero condominio con una sanzione di 400 euro se gli agenti non riescono a risalire al proprietario e intimando l’amministratore di rimuoverlo entro 7 giorni: se non lo farà, ci penseranno i vigilia facendo pagare le spese al condominio».

Fonte: Il Sole 24 Ore