Roma, termovalorizzatore nel 2027 con serra e giardino pensile. La promessa: «Inquinerà meno di una via trafficata»

I periodi cerchiati in rosso sul calendario sono due: marzo 2025 per l’inizio dei lavori e l’estate 2027 per la conclusione. Per quella data dovrebbe entrare in funzione il nuovo termovalorizzatore di Roma, in grado di gestire 600mila tonnellate di rifiuti indifferenziati ogni anno e di recuperare energia e materiali, dall’acciaio al rame. Il progetto è stato ufficialmente presentato ieri in Campidoglio, a poco più di due mesi dal primo sì della commissione nominata dall’amministrazione capitolina alla proposta di aggiudicazione della costruzione del nuovo impianto nell’area industriale di Santa Palomba, al confine con Pomezia, ad Acea Ambiente, capofila di un raggruppamento temporaneo d’impresa che comprende anche Hitachi Zosen Inova, Vianini Lavori, Suez Italy e Rmb.

Come anticipato sul Sole 24 Ore del 3 agosto, la tariffa concordata è più vantaggiosa: dagli attuali 220 euro a tonnellata, è scesa a 185 euro già nella proposta sottomessa (l’unica offerta sul tavolo, pervenuta a maggio) e si è ridotta ulteriormente a 178,5 nella proposta di aggiudicazione. Un livello che, secondo le stime del Campidoglio, dovrebbe comportare un risparmio secco di circa 40 milioni di euro annui in termini di spese di gestione e trasporto.

«I calcoli già ci parlano di diverse decine di milioni di euro – ha confermato il sindaco Roberto Gualtieri – ma non comprendono i benefici ambientali». Vantaggi che, secondo Gualtieri, saranno ingenti, per la riduzione di emissione di metano e di C02: «Oggi andiamo a discarica per il 30% e portiamo il resto dei rifiuti indifferenziati in Olanda e nel Nord Italia. I costi anche ambientali sono alti. Senza contare che nel risparmio dovremmo includere anche i benefici del recupero energetico e di materia che il termovalorizzatore renderà possibili».

È proprio questo aspetto che fa del termovalorizzatore romano un unicum, come ha evidenziato Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Acea: «Per la nostra società è stato un impegno molto significativo, un progetto a cui insieme ai tecnici abbiamo lavorato giorno e notte, con lo spirito di trovare soluzioni a beneficio della cittadinanza. Il nome stesso, “parco dell’economia circolare”, testimonia l’obiettivo che ci eravamo dati. Per raggiungerlo abbiamo scelto i partner più all’avanguardia al mondo: useremo le migliori tecnologie disponibili e porteremo risultati impressionanti, anche estetici».

Il termovalorizzatore si estenderà su una zona di dieci ettari e sarà composto di un edificio centrale per le attività di conferimento rifiuti, forni e trattamento fumi, di quattro impianti ancillari – dedicati al recupero delle ceneri pesanti, al fotovoltaico, alla rete di teleriscaldamento e alla cattura sperimentale di Co2 – e di una «via delle risorse circolari» che rende accessibile la struttura alla collettività, con il viridarium tra giardini e orti, una torre di 74 metri con ascensore panoramico e belvedere, un giardino pensile, spazi espositivi e didattici. La potenza elettrica cedibile sarà di 65 megawatt, sufficienti per alimentare 200mila famiglie.

Fonte: Il Sole 24 Ore