Rugby, a Udine l’Italia contro il tabù Argentina

Rugby, a Udine l’Italia contro il tabù Argentina

Italia contro Argentina: dopo la Francia, il meglio che possa esprimere il rugby latino. Domani a Udine un match ricco di intrecci e suggestioni, ad aprire il trittico di novembre che vedrà poi gli Azzurri impegnati domenica 17 Genova contro la Georgia e sabato 23 a Torino (Allianz Stadium, casa Juve, insomma) contro gli All Blacks. I quali hanno aperto sabato scorso questo mese di grandi confronti – battezzato Autumn Nations Series – vincendo 24-22 la sfida in casa dell’Inghilterra.

All’appuntamento con i test match europei di fine anno, ricchissimi di tradizione, sono presenti tutte le Nazionali più forti del mondo. E il clou di questa settimana arriva già stasera con Irlanda-Nuova Zelanda, vale a dire la prima e la terza del ranking internazionale. Una graduatoria che vede l’Italia all’ottavo posto, davanti a “grandi” storiche come Australia e Galles, in virtù dell’ottimo Sei Nazioni dello scorso inverno.

L’Argentina ha a sua volta disputato il migliore “Championship” di sempre. Nel quadrangolare tra le eccellenze dell’emisfero Sud ha totalizzato una sconfitta e una vittoria contro tutte e tre le avversarie: Nuova Zelanda, Australia e Sudafrica campione del mondo. I Pumas arrivano a Udine più che rodati e con un bilancio decisamente positivo nei confronti degli Azzurri: su 23 match, 17 vittorie, un pareggio e cinque sconfitte, l’ultima delle quali 16 anni (12-13 a Cordoba). E se guardiamo alle partite giocate in Italia, non ne vinciamo una dal 1998 (23-19 a Piacenza); dal 2002 al 2021 la Nazionale ha ospitato otto volte i biancocelesti e otto volte ha perso, quasi sempre di misura.

Stavolta a guidare l’Italia c’è un argentino, Gonzalo Quesada. Mentre Felipe Contepomi, head coach dei Pumas, troverà a Udine parte delle sue radici perché ha antenati friulani. E Nacho Brex, azzurro nato e cresciuto in Argentina, avrà di fronte due suoi compagni nel Benetton, Albornoz e Gallo. Uno dei tanti giocatori del suo team con un cognome che richiama all’emigrazione italiana in Sud America.

Se gli avversari di domani – pur dovendo rinunciare ad alcuni elementi di qualità, in particolare a Kremer e Matera in mischia – hanno alle spalle lunghi periodi trascorsi insieme negli ultimi mesi, Quesada deve affronta il primo impegno autunnale potendo contare sui quattro allenamenti fatti in settimana. «La cosa non mi preoccupa – dice – ma questa è la realtà. Abbiamo giocato l’ultima partita il 21 giugno in Giappone al termine di un tour molto duro (vittorie contro giapponesi e tonfani, sconfitta a Samoa, ndr) e ci siamo ritrovati adesso. In questi giorni i ragazzi ci hanno messo tanta intensità e volontà. Sappiamo che per il primo match alcuni aspetti del gioco non potranno essere perfetti: parlo di coordinazione e automatismi, soprattutto in fase di possesso del pallone. Conto sulla capacità del gruppo di compensare con la difesa, la conquista, il lavoro attorno ai raggruppamenti. Mi aspetto una partita molto equilibrata, contro una squadra che ha tante opzioni, tanti giocatori pericolosi e che sa sfruttare il campo in larghezza. Dobbiamo essere bravi a fare pressione, a non concedere spazi, altrimenti sarà complicato».

Fonte: Il Sole 24 Ore