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Rugby, l’Italia scende all’Olimpico contro una Francia corazzata
Sei Nazioni di rugby come sempre in due atti. Il terzo turno si apre oggi pomeriggio con il testacoda di Cardiff: il Galles ultimo in classifica, con il nuovo tecnico Matt Sherratt subentrato al dimissionario Warren Gatland dopo la sconfitta di Roma, affronta l’Irlanda, unica squadra a punteggio pieno dopo due turni e strafavorita per questo match. Più equilibrio in Inghilterra-Scozia, con gli ospiti che hanno vinto gli ultimi quattro confronti diretti nel torneo e i padroni di casa che sembrano più solidi, e anche più fiduciosi dopo avere battuto a sorpresa la Francia.
Ecco, la Francia, nostra avversaria di domenica. Chiamata a inseguire in classifica dopo una sconfitta imprevista, e determinata a superare l’Italia anche sul piano della forza fisica. Fa discutere molto la scelta del ct Fabien Galthié di portare in panchina sette giocatori di mischia e un solo trequarti: una novità, almeno a questi livelli. «Non penso che sia una decisione presa specificamente per affrontare la nostra squadra – commenta il ct azzurro Gonzalo Quesada – ma che rientri in un ragionamento per il futuro, magari a partire dal confronto con l’Irlanda tra 15 giorni, a cui pensano moltissimo. Loro sanno di avere un pacchetto, pesante, duro, fisico, dotato di molta potenza, e vogliono spingere su questo punto di forza. D’altronde noi, a nostra volta, puntiamo comunque su una panchina 6+2 perché sappiamo quanto è più faticosa la partita per gli uomini di mischia. Però bisogna anche pensare a che cosa potrebbe succedere se si infortunassero un paio di trequarti…».
La Francia cambia quattro uomini nel XV di partenza, mentre Quesada si limita a sostituire all’ala l’infortunato Ioane con Gesi, e a fare un avvicendamento nel ruolo di tallonatore: stavolta in campo va Lucchesi e in panchina Nicotera, che sicuramente disputerà una porzione di match.
Il successo degli Azzurri sul Galles è stato il frutto di una gara “intelligente” con condizioni meteo pessime. «Sabato scorso – osserva Quesada – si trattava di giocare tanto al piede, mandare il pallone alle spalle degli avversari e metterli sotto pressione. Il piano di gioco è stato rispettato, dopodiché in condizioni normali ci piace anche poter attaccare palla in mano e per questo abbiamo diverse opzioni, così come abbiamo studiato delle contromisure per varie situazioni. Di sicuro non potremmo pensare di cavarcela impostando la partita solo sul piano difensivo, perché la Francia ha un potenziale d’attacco enorme. E l’Inghilterra ha fatto un miracolo a batterla, essendo in realtà stata dominata per quasi tutto l’incontro».
E allora andiamocela a giocare, ricordando le due vittorie azzurre contro i transalpini nel Sei Nazioni, al Flaminio nel 2011 e all’Olimpico 2013, e pure il pareggio esterno (13-13) dell’anno scorso, con il palo sul calcio di Paolo Garbisi che avrebbe significato sorpasso finale.
Fonte: Il Sole 24 Ore