Rugby, Mondiali di Francia al via con un match che sembra una finale
A proposito di cifre tonde, questa è la decima Coppa del Mondo e arriva a 200 anni da quel 1823 in cui è fissata, tra storia e leggenda, l’”invenzione” del rugby. Accadde, appunto, in un college della cittadina inglese di Rugby, dove – si narra – lo studente William Webb Ellis, durante una partita di calcio, prese improvvisamente la palla con le mani e corse a depositarla oltre la linea di porta.
Aspetti romantici lasciati abbondantemente dietro le spalle da uno sport che in campo si distingue ancora per principi di lealtà e disciplina, ma – a livello “amministrativo” – è assetato di denaro a volte più del calcio. Una prova ne è l’estate prima di questi Mondiali, infarcita di match “di cassetta” giocati al massimo dei giri, con risultati economici senz’altro soddisfacenti ma con conseguenze fisiche pesanti. L’Italia, ad esempio, ha perso per infortunio Tommaso Menoncello, di gran lunga il suo trequarti più pericoloso dopo Ange Capuozzo; la Francia dovrà rinunciare al geniale mediano di apertura Romain Ntamack e diverse altre squadre hanno pagato pegno.
Una sfida degna di una finale
Quella di venerdì sera, tra Francia e Nuova Zelanda, terza e quarta nel rugby mondiale, comincia ad assomigliare a una finale anticipata, con i padroni di casa che lottano per una Coppa su cui non hanno mai messo le mani e gli All Blacks che possono di colpo rispondere a una serie di interrogativi sul loro conto, nonostante la recente vittoria nel “Championship” dell’emisfero australe. Il fatto che questi colossi del rugby mondiale siano nello stesso girone dell’Italia, e che da ognuna delle quattro pool solo due squadre proseguiranno il cammino, spiega tutte le difficoltà cui vanno incontro gli Azzurri. Un team giovane che ha fatto vedere miglioramenti (a dispetto di un Sei Nazioni 2023 fatto di sole sconfitte), e che deve superare in maniera convincente la Namibia, domani pomeriggio, e l’Uruguay, tra 12 giorni. Si tratterà poi di dare il meglio nel confronto con i neozelandesi – che, per la settima volta su dieci, si trovano nel nostro girone… – e con i padroni di casa. Al 99 per cento non basterebbe per vincere, ma darebbe un senso importante al Mondiale degli uomini di Kieran Crowley, il ct che non è stato confermato (al suo posto arriverà l’argentino Gonzalo Quesada).
Otto incontri nel fine settimana
Si parte con un fine settimana ricchissimo, da otto match. Resteranno ferme solo Uruguay, Tonga, Portogallo e Cile, non esattamente tra le favorite. La storia ci dice che una sola delle potenze tradizionali del rugby non è mai arrivata a una semifinale del Mondiale: parliamo dell’Irlanda, che quest’anno, dopo avere vinto il Sei Nazioni, parte in testa al ranking. I Verdi sono inseriti nel girone più difficile (con il Sudafrica campione uscente, peso massimo per fisicità e concretezza, e con la Scozia che è la forza emergente del momento) ma potrebbero arrivare fino in fondo. Nell’emisfero Sud Argentina e, soprattutto, Australia sono un passo indietro, mentre fra le grandi del Vecchio Continente Inghilterra e Galles – per sperare in qualcosa di buono – dovrebbero fare proprio ora una inversione a U rispetto alle ultime annate.
La Nuova Zelanda, il Sudafrica e (due volte) l’Australia hanno vinto i quattro Mondiali dello scorso millennio. L’unica affermazione di un’europea, l’Inghilterra, risale ormai a 20 anni fa e successivamente Nuova Zelanda e Sudafrica hanno portato a casa un altro paio di trofei a testa. Non potrebbe certo sorprendere che una delle due trionfasse ancora. Eppure – come titola Rugby World, il magazine “ovale” più diffuso al mondo – “Se non ora quando, per l’emisfero Nord?”.
I GIRONI*
Pool A: Francia, Italia, Namibia, Nuova Zelanda, Uruguay
Pool B: Irlanda, Romania, Scozia, Sudafrica, Tonga
Pool C: Australia, Figi, Galles, Georgia, Portogallo
Pool D: Argentina, Cile, Giappone, Inghilterra, Samoa
*Passano ai quarti di finale le prime due classificate
I MATCH DEL FINE SETTIMANA
8 settembre: Francia-Nuova Zelanda (Parigi, 21.15)
9 settembre: Italia-Namibia (Saint-Etienne, 13.00); Irlanda-Romania (Bordeaux, 15.30); Australia-Georgia (Parigi, 18.00); Inghilterra-Argentina (Marsiglia, 21.00)
10 settembre: Giappone-Cile (Tolosa, 13.00); Sudafrica-Scozia (Marsiglia, 17.45); Galles-Figi (Bordeaux, 21.00)
LE ALTRE PARTITE DELL’ITALIA
20 settembre: Italia-Uruguay (Nizza, 17.45)
29 settembre: Italia-Nuova Zelanda (Lione, 21.00)
6 ottobre: Francia-Italia (Lione, 21.00)
IL GRUPPO DEI 33 AZZURRI
Piloni: Pietro Ceccarelli (Perpignan); Simone Ferrari, Ivan Nemer e Federico Zani (Benetton Treviso); Danilo Fischetti (Zebre Parma); Marco Riccioni (Saracens)
Tallonatori: Luca Bigi (Zebre); Epalahame Faiva (svincolato); Giacomo Nicotera (Benetton)
Seconde linee: Niccolò Cannone e Federico Ruzza (Benetton); Dino Lamb (Harlequins); David Sisi (Zebre)
Terze linee: Lorenzo Cannone, Toha Halafihi, Michele Lamaro, Sebastian Negri, Giovanni Pettinelli e Manuel Zuliani (Benetton)
Mediani di mischia: Alessandro Fusco (Zebre); Alessandro Garbisi (Benetton); Martin Page-Relo (Benetton); Stephen Varney (Gloucester)
Mediani di apertura: Tommaso Allan (Perpignan); Giacomo Da Re (Benetton); Paolo Garbisi (Montpellier)
Centri: Juan Ignacio Brex (Benetton); Luca Morisi (svincolato)
Estremi/ali: Pierre Bruno (Zebre); Ange Capuozzo (Stade Toulousain); Montanna Ioane (Lyon Olympique); Paolo Odogwu (Benetton); Lorenzo Pani (Zebre)
L’ITALIA CONTRO LA NAMIBIA
Allan; Capuozzo, Brex, Morisi, Ioane; P. Garbisi, Varney; L. Cannone, Lamaro (cap.), Negri; Ruzza, Lamb; Ferrari, Nicotera, Fischetti. A disposizione: Faiva, Nemer, Riccioni, Sisi, Zuliani, Page-Relo, Odogwu, Bruno
L’ALBO D’ORO DELLA RUGBY WORLD CUP
1987: Nuova Zelanda; 1991: Australia; 1995: Sudafrica. 1999: Australia. 2003: Inghilterra; 2007: Sudafrica; 2011: Nuova Zelanda; 2015:Nuova Zelanda; 2019: Sudafrica
IL RANKING INTERNAZIONALE
1. Irlanda; 2. Sudafrica; 3. Francia; 4. Nuova Zelanda; 5. Scozia; 6. Argentina; 7. Figi; 8. Inghilterra; 9. Australia; 10. Galles; 11. Georgia; 12. Samoa; 13. Italia; 14. Giappone; 15. Tonga; 16. Portogallo; 17. Uruguay; 18. Usa; 19. Romania; 20. Spagna; 21. Namibia; 22. Cile; 23. Canada; 24. Hong Kong (seguono altre 85 Nazionali)
Fonte: Il Sole 24 Ore