Salerno s’interroga sulle origini della medicina

Il passato e il futuro delle scienze sanitarie passano da Salerno, che per il 2024 è stata individuata come sede del 49esimo Congresso della Società di Storia Internazionale della Medicina, in programma dal 9 al 12 ottobre con la partecipazione di 250 relatori provenienti da 55 Stati. L’evento prevede una molteplicità di conferenze, lezioni magistrali e tavole rotonde, legandosi in maniera inscindibile alla storia della Schola Medica salernitana, ritenuta la più antica della cultura occidentale e fondata sull’incontro tra conoscenze scientifiche di varie origini geografiche e culturali.

«Per molti anni la scuola salernitana è stata veramente all’apice della propria espressione», spiega con orgoglio il dottor Giovanni D’Angelo, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno. «Il nostro obiettivo è stato innanzitutto quello di concepire un congresso che permettesse di guardare al panorama medico al di fuori degli schemi naturali del proprio Paese. Abbiamo attraversato tutti i continenti per invitare i relatori, si è trattato di uno sforzo immenso, ma alla fine abbiamo avuto un numero di ospiti provenienti da nazioni che, per esempio, era difficile immaginare. Fra questi ci sono anche russi, ucraini, arabi, palestinesi e israeliani, a dimostrazione che la cultura funge anche da elemento di congiunzione. Se le persone sono disposte a parlarsi nel linguaggio medico, forse riusciranno a parlarsi anche nel linguaggio politico».

Con oltre 100 interventi – fra relazioni e letture – il Congresso spazia attraverso innumerevoli temi e copre non solo argomenti tecnico-scientifici ma anche sociali e culturali. Fra questi vi sono le grandi epidemie che colpirono le civiltà originarie della cultura occidentale moderna, con un’indagine che passa dalle soluzioni adottate dalla medicina antica e approda al modo in cui furono recepite dalla poesia e dalla narrativa del tempo. Una dettagliata panoramica sarà anche dedicata alla ricezione della medicina nell’arte, alla bioetica e alle malattie infettive, mentre un focus molto atteso è quello sulla medicina cinese, che vedrà la presenza di quattordici relatori provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese. «Non potevamo parlare di internazionalità senza coinvolgere i colleghi cinesi», conferma D’Angelo, «soprattutto per il ruolo che hanno avuto nella storia della medicina, così da analizzare gli aspetti medici del presente e la complementarità con quelli occidentali».

Al centro dell’attualità si impone ovviamente l’intelligenza artificiale, con le sue innumerevoli e improcrastinabili applicazioni in campo clinico, ma anche con l’approccio critico alle sfide filosofiche e sociali più rilevanti del contemporaneo. Dalla tecnocrazia – intesa come crescente predominanza delle soluzioni tecnologiche nelle decisioni mediche, sociali e politiche – al rischio concreto di una limitazione della libertà decisionale individuale, il congresso mira a porre in evidenza il pericolo di un riduzionismo antropologico in favore di sistemi predittivi sempre più pervasivi.

In risposta a questa tendenza, un interessante ritorno a una visione «umano-centrica» è stato affidato alla sessione sulle donne pioniere in medicina, professioniste che fra le fine del Diciannovesimo e l’inizio del Ventesimo secolo hanno lottato in tutto il mondo per ritagliarsi il proprio spazio. Il congresso internazionale ha dunque voluto raccontare l’esperienza di donne testarde e coraggiose, che hanno affrontato un ambiente formativo e professionale a loro totalmente precluso. Fra queste figure memorabili va senza dubbio riservata una menzione speciale al racconto di Trotula, una delle prime medichesse del Medioevo occidentale. Vissuta probabilmente nell’Undicesimo secolo proprio a Salerno, Trotula è stata una pioniera non solo della professione ma un’anticipatrice di tematiche sensibili per la donna, che dovranno attendere quasi un millennio per trovare la meritata attenzione. Autrice di due trattati sulle malattie delle donne e sulle cure estetiche, questa salernitana Doc può essere considerata l’anello di congiunzione fra passato e presente, sintesi di un congresso che integra storia e contemporaneità per delineare con maggior chiarezza il futuro di una professione in costante mutamento.

Fonte: Il Sole 24 Ore