Salone del Mobile, un hub per l’industria e per la cultura del progetto

Salone del Mobile, un hub per l’industria e per la cultura del progetto

Il segno dell’edizione numero 63 è già tutto nell’evento inaugurale, la presentazione al castello Sforzesco di «Mother», l’installazione dell’artista Robert Wilson che illuminerà e dialogherà con la Pietà Rondanini di Michelangelo, opera simbolo, assieme all’Ultima Cena di Leonardo, della città di Milano nel mondo.

È il segno di un Salone del Mobile che, senza tradire la sua anima industriale e commerciale, ha l’ambizione di approfondire i legami del mondo che rappresenta – quello del design – con la cultura e con l’arte. Non per seguire una nuova strategia di marketing, ma in coerenza con la propria storia, come spiega la presidente del Salone, Maria Porro: «Design e arredo di qualità hanno da sempre una legame profondo con la cultura e in particolare con la cultura del progetto. Tutte le installazioni e gli eventi che organizzeremo hanno perciò un forte contenuto culturale, ma comunque legato a temi importanti anche per le aziende». A cominciare proprio dall’installazione di Bob Wilson, considerato un punto di riferimento per chi lavora nel settore dell’illuminazione, protagonista quest’anno al Salone con la biennale Euroluce: non un’installazione artistica fine a se stessa, ma un progetto di luce. «L’obiettivo è far capire che per illuminare gli spazi in un certo modo servono non solo grandi progettisti, ma anche aziende capaci di innovare, trovare soluzioni tecniche e combinarle con la ricerca, la progettazione, la poesia e la bellezza», dice Porro.

Le iniziative culturali del Salone

Lo stesso ragionamento vale lo spazio dedicato all’«Heritage» nei padiglioni 13-15, che ospitano i marchi del mobile classico, su cui interverrà una «grande firma dell’architettura internazionale, conosciuta in tutto il mondo per i suoi progetti nei palazzi storici», dice Maria Porro, che rivelerà il nome dell’architetto il prossimo 4 febbraio, durante la conferenza stampa per presentare la nuova edizione della manifestazione. «Le aziende del classico sono diminuite nel numero negli ultimi anni, ma esiste ancora una fertile produzione di arredi che noi definiamo Heritage e queste imprese sono fondamentali, soprattutto nei progetti di restauro e rinnovamento di edifici storici, che sempre più spesso in Italia e nel mondo vengono trasformati in hotel o residenze private», aggiunge la presidente. E ancora: la serata di gala al Teatro alla Scala, che non solo conferma la stretta relazione tra il Salone e la più prestigiosa istituzione culturale della città, ma diventa anch’essa un’occasione per fare cultura del progetto, con Bob Wilson che curerà il dialogo tra le luci e gli oggetti in scena nello spettacolo «The Night before. Object Chairs Opera», con l’orchestra scaligera diretta da Michele Spotti.

Di cultura del progetto, e in particolare dei progetti di illuminazione, si parlerà inoltre al primo Euroluce International Lighting Forum, due giornate (il 10 e 11 aprile) di conferenze, tavole rotonde e workshop a cui parteciperanno professionisti di ambiti diversi: artisti e designer, ma anche scienziati e ricercatori. «Una multidisciplinarietà di figure e competenze che rispecchia quella che troviamo nelle nostre aziende».

Il Salone, dunque, come un grande hub: «Un hub di business, ma anche un hub creativo e di innovazione e noi investiamo su tutti e tre questi aspetti per valorizzare al meglio le aziende che partecipano», conclude Porro, ricordando che, anche quest’anno, tutti gli spazi espositivi sono già sold out.

Fonte: Il Sole 24 Ore