Salva casa, via libera della Camera con 155 sì alla sanatoria a prezzi di saldo

Il Salva casa sta per diventare legge. Dopo avere incassato la fiducia ieri (180 sì, 99 no e tre astenuti), il decreto n. 69/2024 ha ottenuto oggi il via libera finale della Camera con 155 si, 79 no e 9 astenuti. Il decreto ora passa al Senato per un esame sprint: entro il prossimo 28 luglio dovrà andare in Gazzetta Ufficiale. A questo punto, insomma, non sono più possibili correzioni. Così, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini commenta: «Ottima notizia per milioni di italiani».
Confermate tutte le novità anticipate in questi giorni, come la sanatoria estesa agli aumenti di cubatura e la possibilità di rendere abitabili le mini-abitazioni, con il passare delle ore emergono nuovi dettagli tecnici sui contenuti delle modifiche portate dal Parlamento. Le tolleranze, ad esempio, saranno applicabili anche ai requisiti igienico sanitari. In altre parole, anche per le altezze e le superfici minime (ma anche per i rapporti aeroilluminanti, disciplinati dal decreto 5 luglio 1975 del ministero della Sanità) bisognerà considerare un margine di errore del 2 per cento.

Tolleranze applicabili anche ai nuovi parametri di abitabilità

Queste tolleranze (cioè, la differenza tra quanto autorizzato e quanto effettivamente realizzato) saranno applicabili anche ai nuovi parametri di abitabilità, nella versione rivista proprio dalla legge di conversione del decreto Salva casa. Quindi, l’altezza minima potrà essere leggermente inferiore ai 2,40 metri (ci si potrà attestare intorno ai 2,35 metri) e le superfici minime potranno andare leggermente sotto la quota di 20 metri quadrati per i monolocali e 28 metri quadrati per i bilocali (rispettivamente, si potrà arrivare poco oltre i 19,5 metri quadrati e poco sotto i 27,5 metri quadrati).

Il super sconto

Nella versione finale del decreto, poi, entra un consistente sconto a beneficio di chi vorrà regolarizzare il suo immobile, utilizzando il nuovo accertamento di conformità. Sono state, cioè, tagliate le sanzioni, seguendo una filosofia simile a quella adottata per la riduzione del perimetro dei lavori di adeguamento che i Comuni potranno richiedere nell’ambito delle sanatorie: l’operazione di regolarizzazione, tra sanzioni e adeguamenti alle diverse norme, dovrà complessivamente costare di meno ai cittadini.
Il testo finale del provvedimento, allora, stralcia il passaggio che misurava la sanzione possibile a carico di chi regolarizza le opere. Il vecchio testo parlava di una oblazione pari al doppio dell’aumento del valore venale dell’immobile, in misura compresa tra 1.032 euro e 30.984 euro. Non sarà più così. E va ricordato che, in base a quel criterio di calcolo, era facile immaginare che le sanzioni, nella maggior parte dei casi, si sarebbero attestate sui livelli massimi o, comunque, vicine al massimo, almeno per la sanatoria delle opere più importanti.
Il nuovo sistema sanzionatorio è più complesso , ma per tutti gli esperti è destinato a produrre sanzioni estremamente più basse rispetto alla prima versione del decreto. Per il permesso di costruire in sanatoria si pagherà il doppio del contributo di costruzione: si tratta di un contributo variabile da Comune a Comune che, però, è nell’ordine di poche decine di euro al metro (o, ai livelli più alti, è poco sopra i cento euro al metro).
Allo stesso modo, per la Scia in sanatoria la sanzione sarà pari al doppio dell’aumento del valore venale dell’immobile, come era in passato, ma con due importanti differenze. La prima è che questo incremento dovrà essere valutato «dai competenti uffici dell’agenzia delle Entrate». La seconda è che la sanzione sarà quantificata in una misura non inferiore a 1.032 euro e non superiore a 10.328 euro. Esattamente, due terzi in meno di quanto indicato dalla prima versione del provvedimento.

Fonte: Il Sole 24 Ore