Salva Milano, il Comune studia la soluzione

Per il Comune di Milano si assottigliano le speranze di ricevere da Roma una soluzione per lo scottante tema dei presunti abusi edilizi contestati dalla procura. I vertici di Palazzo Marino stanno pertanto ipotizzando di rimettere mano al Pgt, il piano di governo del territorio che per un quinquennio rappresenta il punto di riferimento dello sviluppo urbanistico cittadino, le cui linee guida sono state presentate nell’ottobre 2023. Il sindaco Giuseppe Sala ha detto di voler aspettare, ma di guardare anche ad altre soluzioni: «Adesso c’è l’intenzione di recuperare l’emendamento, vediamo se succede o meno. Quello che noi a questo punto faremo credo che sarà riprendere e cercare di velocizzare il Piano di governo del territorio per trovare una formula che metta in sicurezza gli interessi della città e di chi costruisce – ha aggiunto –. Rimarremo esposti però ai rischi del passato. Poi valuteremo come gestirli».

La conversione del Dl Infrastrutture

Gli occhi ora sono puntati sul prossimo appuntamento parlamentare, la conversione del Dl Infrastrutture. I partiti di maggioranza, soprattutto la Lega, avevano promesso di realizzare una norma ad hoc, almeno per sanare il pregresso, ma non essendoci riusciti per via di un mancato accordo tra partiti di centrodestra con il decreto Salva-casa, adesso dicono di volerci riprovare con il dl Infrastrutture, appunto. Un’idea esplicitata a caldo dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Alessandro Morelli, qualche giorno fa, ma già in parte ritirata dal ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, che invece ha detto di «non sapere» come andrà a finire, pur sottolineando di averci provato.
Ultimi tentativi di accordo saranno fatti tra la fine di questa e l’inizio della prossima settimana. Intanto, ieri il Governo ha dato via libera a un ordine del giorno di Noi Moderati e Forza Italia, sottoscritto anche da Lega e Fdi, che impegna il Governo ad «adottare iniziative normative volte a risolvere le problematiche» derivanti dalla «condizione di incertezza normativa in corso» che «rende vulnerabili i provvedimenti urbanistici e amministrativi, in tutte le grandi città italiane, prima fra tutte la città di Milano».

La posizione di Milano

Le parole provenienti dalla politica romana per Milano suonano, comunque, vaghe, tanto che Sala sottolinea come «non possiamo aspettare in eterno. Acceleriamo sul Pgt perché è chiaro che i tempi ormai sono veramente limitati». L’amministrazione comunale immagina dunque di rivedere il Piano di governo del territorio, anche se ancora è difficile capire come, visto che i dubbi normativi rimangono. Milano ha scelto di realizzare negli ultimi 10 anni edifici superiori ai 25 metri utilizzando l’autocertificazione modello “Scia”, una via molto semplificata rispetto al più lungo e complesso Piano attuativo. Una via che ha favorito gli investimenti, anche da parte di fondi immobiliari stranieri, ora congelati per via dell’incertezza normativa, visto che la procura ha avviato numerose inchieste sostenendo che ristrutturazioni e costruzioni di tali dimensioni debbano essere realizzati con Piani attuativi o Permessi a costruire con convenzione tra pubblico e privato. Ci sono almeno 150 progetti che rischiano uno stop per molti anni, mentre per il 2024 le minori entrate da oneri di urbanizzazione dovrebbero arrivare per Palazzo Marino a 130 milioni.
+Oggi il Pgt è nella fase di confronto con gli stakeholders. Poi doveva andare definitivamente in giunta e essere approvato dal consiglio comunale. Ma i tempi si allungano anche in questo caso, visto che si ipotizzano importanti modifiche che vanno nella direzione di tutelarsi rispetto ad altre possibili inchieste. Per quanto riguarda il pregresso invece, senza una norma interpretativa o un condono, non resta che aspettare il parere di un giudice.

Fonte: Il Sole 24 Ore