Sanatoria edilizia: via libera a modifiche più ampie e varianti pre-1977. Ok al Salva Casa

La sanatoria delle difformità parziali si spinge un po’ più in là. E adesso ricomprende le variazioni essenziali. Che vuol dire anche aumenti consistenti di cubatura. La legge di conversione del Dl n. 69/2024 (relatori: Dario Iaia, Fratelli d’Italia, ed Erica Mazzetti, Forza Italia) il 16 luglio ha chiuso il suo percorso in commissione Ambiente alla Camera; oggi, 17 luglio, approderà in Aula per la discussione generale. Con tempi serrati, perché il testo va chiuso entro il prossimo 28 luglio, passaggio al Senato compreso. Sicura la questione di fiducia.

Se tra le norme inserite nel provvedimento manca a sorpresa il Salva Milano è arrivata l’approvazione di alcune novità pesantissime. Tra queste, spicca un emendamento riformulato e firmato da tutta la maggioranza, che allarga di molto il perimetro della sanatoria sulle difformità parziali, introdotta dalla prima versione del provvedimento.

Ne parla proprio il relatore Dario Iaia: «Siamo intervenuti sulla norma che disciplina l’accertamento di conformità nelle ipotesi di parziale difformità ricomprendendo in questa nozione anche le variazioni essenziali, al fine di superare le differenze tra Regione e Regione e fugare ogni dubbio o motivo di confusione. Si supera il regime della doppia conformità quindi anche per le variazioni essenziali». Il vecchio testo, che faceva riferimento alle difformità parziali (una gradazione minore di divergenza dal titolo edilizio), comportava che ogni Regione desse la una definizione diversa di questa categoria, con grandi scostamenti percentuali.

Appianare le differenze a livello nazionale

Ora il Parlamento tira in alto l’asticella, per appianare le differenze a livello nazionale: la categoria delle variazioni essenziali, infatti, comprende anche modifiche importanti al titolo, come aumenti consistenti della cubatura o della superficie di solaio. Restano, comunque, dei paletti. Le variazioni dovranno essere contemporanee al titolo (non superfetazioni successive) e dovranno essere conformi alla normativa edilizia del tempo dell’intervento e a quella urbanistica della domanda di sanatoria. Insomma, niente colpi di spugna se non c’è compatibilità con il Prg.Di fronte a questo nuovo perimetro, decisamente allargato, della sanatoria, la capogruppo alla Camera del Pd, Chiara Braga attacca: «Altro che piccole difformità. Qui si parla di variazioni essenziali: interi piani, nuovi volumi. Siamo ormai alla sanatoria ammessa sempre e comunque. Uno stravolgimento totale. Nemmeno Berlusconi si era mai spinto così in la».

La Bucalossi

Sulla stessa linea di allargamento c’è, poi, la norma che sblocca le varianti realizzate prima del 1977 e, nello specifico, della legge urbanistica Bucalossi. Per i lavori realizzati prima di questa data non esisteva la possibilità di effettuare varianti in corso d’opera. Quindi, le modifiche realizzate in cantiere non venivano corrette nei progetti depositati in Comune e oggi creano le difformità tra il progetto assentito, le mappe catastali e la realtà degli immobili. Un esempio: una finestra che era sul progetto e poi non è stata realizzata o un cornicione che era di 30 centimetri ma che nella realtà è di mezzo metro.

Fonte: Il Sole 24 Ore