Sanità, la tempesta perfetta: abbiamo i medici più vecchi e pochi infermieri sottopagati
La tempesta perfetta per la Sanità è vicina e in Europa avrà il suo epicentro in Italia. Come racconta l’ultimo report dell’Ocse dedicato alla Sanità europea – “Health at glance Europe” – il nostro Paese ha praticamente quasi tutti i record negativi possibili che mischiati insieme ne fanno una miscela esplosiva per il futuro del nostro Servizio sanitario nazionale: “Mentre l’Ue è alle prese con una carenza stimata di 1,2 milioni di operatori sanitari, l’Italia – sottolinea l’Ocse – si trova in una posizione particolarmente precaria. Il sistema sanitario del Paese, già messo a dura prova dall’invecchiamento della popolazione e dall’eredità della Covid-19, deve fare i conti con l’approssimarsi del pensionamento di una parte significativa della sua forza lavoro medica e con un interesse sempre minore per la carriera infermieristica”.
In Italia sempre più anziani e il record dei medici più vecchi
Ma veniamo ai dati principali messi in fila dall’Ocse: innanzitutto insieme al Portogallo abbiamo la popolazione anziana più grande con il 25% di over 65 nel 2023 che diventeranno il 33% (in pratica un italiano su tre) entro il 2050, cosa che presumibilmente farà crescere sempre di più la domanda di cure anche perché siamo i più sedentari d’Europa anche se, notizia positiva questa, con l’aspettativa di vita più alta (83,8 anni) solo dopo la Spagna. Ma qui arrivano gli altri primati italiani che fanno tremare i polsi sulla tenuta futura del Ssn: se è vero che al momento abbiamo un numero di medici più o meno in linea con altri Paesi europei – 4,2 dottori ogni mille abitanti – i nostri camici bianchi sono i più vecchi d’Europa perché ben il 54% ha più di 55 anni e addirittura il 27% ha più di 65 anni e quindi siamo alla vigilia del più grande esodo di massa del personale medico, per l’Ocse “l’ondata di pensionamenti raggiungerà il picco nel 2025 e si normalizzerà solo alla fine del decennio”
Il buco nero degli infermieri e ne avremo sempre meno
Il problema è poi che al contrario di altri Paesi europei abbiamo troppo pochi infermieri: ne abbiamo 6,5 per mille abitanti contro la media Ue di 8,4, peggio di noi solo Spagna (6,2) e Grecia (4,9), mentre a esempio l’Irlanda ne ha 13,3 ogni mille abitanti, la Germania 12 e la Francia 8,8. Qui il nodo è cronico e si trascina da anni come sottolinea tra le righe la stessa Ocse ricordando come “le domande di immatricolazione ai percorsi formativi infermieristici si sono quasi dimezzate dal 2012, nonostante un aumento del 25% del numero di posti disponibili”. Anche per questo il numero di laureati in infermieristica in Italia rimane uno dei più bassi in Europa, praticamente meno della metà della media Ue: nel 2022 solo 16,4 per 100mila italiani hanno preso la laurea infermieristica contro i 37,5 della media europea. “Questa tendenza, unitamente all’emigrazione di laureati in infermieristica alla ricerca di retribuzioni più vantaggiose all’estero, solleva apprensioni riguardo alla capacità dell’Italia di colmare le future posizioni infermieristiche”, aggiunge ancora il report. Che mostra a esempio come diversi infermieri italiani siano a esempio fuggiti in Svizzera, mentre come noto il ministro della Salute italiano Orazio Schillaci sta puntando sull’ingresso non facile. di circa 10mila infermieri dall’India.
Stipendi bassi e finanziamento inferiore rispetto al resto dei Paesi
Il nodo principale qui resta, come ricorda l’Ocse, “l’ampliamento del ruolo e il miglioramento della qualità delle condizioni di lavoro degli infermieri”, a cominciare magari dagli stipendi che sono tra i più bassi in Europa con 32600 euro (corretti per potere d’acquisto) gli infermieri italiani sono i più poveri superati solo dai greci. A tutto questo va aggiunto il fatto che restiamo tra i Paesi che investono complessivamente meno risorse nella Sanità: secondo i primi dati provvisori del 2023 la spesa sanitaria sul Pil in Italia è stata dell’8,4% sul Pil di cui solo il 6,2% è quella finanziata dallo Stato per la Sanità pubblica, numeri peggiori in Europa ce li hanno solo Grecia e Irlanda. E anche la spesa sanitaria pro-capite lo conferma: per ogni italiano si spende 2947 euro (costo corretto per il potere d’acquisto), in pratica 586 euro meno della media Ue dei 27 che è di 3533 euro e ben al di sotto della Germania dove si spendono 5317 per ogni tedesco 0 della Francia con 4310 euro per ogni francese.
I programmi del Governo e il mezzo flop della manovra
“Per alleviare la crisi del personale sanitario – spiega ancora l’Ocse nel focus dedicato al nostro Paese- il governo italiano ha temporaneamente sospeso l’età pensionabile obbligatoria di 70 anni per i medici del SSN, ha aumentato il numero annuale di studenti di medicina ammessi alle facoltà di medicina di oltre il 10% tra il 2017 e il 2022 e ha più che raddoppiato il numero di posti di specializzazione con il sostegno dei fondi del Piano di Ripresa e Resilienza. Tuttavia – conclude ancora l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – il pieno impatto di queste misure non si farà sentire prima della fine del decennio”. Insomma per il nostro Servizio sanitario nazionale e per tutti i pazienti saranno anni davvero difficili. Intanto i medici e gli infermieri scendono in piazza per manifestare contro la legge di bilancio, ora in Parlamento, che ha fatto saltare il piano di 30mila assunzioni prevedendo solo dei mini aumenti in busta paga.
Fonte: Il Sole 24 Ore