Sanità, siccità e rinnovabili: è scontro tra Regione Sardegna e Governo

Un’altra legge regionale impugnata dal Governo. Si inasprisce lo scontro tra la Regione Sardegna e Palazzo Chigi. Al centro dell’ultima contrapposizione c’è la norma approvata dal Consiglio regionale che permette ai medici in pensione di rientrare in servizio.

Stop al richiamo dei medici in pensione

Nello specifico si tratta della legge che consente il richiamo in servizio «di medici di base in pensione per fronteggiare, almeno fino a fine anno, la grave carenza di personale sanitario». A motivare l’impugnazione il fatto che «alcune disposizioni in materia di ordinamento civile, eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale violano l’articolo 117, secondo comma, lett. l), della Costituzione».

Todde attacca il Governo Meloni

Immediata la reazione della Regione, con la presidente Alessandra Todde che subito ha commentato: «Mentre a Roma promuove l’autonomia differenziata, il Governo Meloni ha deciso ieri di impugnare la nostra legge regionale numero12 del 2024. La Regione Sardegna paga interamente per la propria sanità. Ma nonostante questo il governo dice che abbiamo ecceduto nelle nostre competenze». Per l’assessore della Sanità Armando Bartolazzi si tratta di una impugnazione «incomprensibile» giacché la misura «è nata per coprire un’emergenza conclamata e grave con carenze di medici di medicina generale per migliaia di abitanti in alcuni territori». Un provvedimento necessario «previsto esclusivamente su base volontaria» che avrebbe dovuto aiutare le aree pi svantaggiate.

Siccità, respinta la richiesta

È cronaca dei giorni scorsi, inoltre, la polemica con il ministero dell’Agricoltura sull’emergenza siccità. Tutto è nato quando dal Ministero è stata inviata la missiva via Pec all’assessorato dell’Agricoltura con cui si annuncia che «non è possibile dare corso alla richiesta di declaratoria eccezionali avversità atmosferiche deliberata dalla Giunta regionale l’11 settembre 2024». La Regione ha proposto la «dichiarazione dell’esistenza del carattere di eccezionalità dei danni causati dal fenomeno siccitoso che ha colpito il territorio regionale tra novembre 2023 e giugno 2024».

La Regione: provvedimento inaccettabile

La replica della Regione, e nello specifico della presidente, non si è fatta attendere. «È vergognoso che il governo Meloni non consideri un’emergenza la siccità che sta colpendo duramente la Sardegna. È inaccettabile che le nostre richieste vengano sottovalutate e che la Sardegna venga ancora una volta considerata una Regione di serie B – è ancora il commento della governatrice -. Il Governo nazionale deve assumersi le sue responsabilità nei confronti del comparto agro-pastorale sardo che è vitale per l’economia isolana. La Sicilia invece ha avuto un trattamento diverso, ricevendo l’accesso al fondo di solidarietà nazionale. Una disparità di trattamento che deve essere giustificata. Questa decisione non tiene conto delle difficoltà reali che affrontano i nostri agricoltori colpiti dalla siccità e da eventi meteorologici estremi».

Fonte: Il Sole 24 Ore