Sarà la cultura a dare lo slancio al Paese ma serve un connubio pubblico-privato
Partnership pubblico privato
Ricordando che in 70 giorni la stagione dell’Arena di Verona «ha un indotto sottostimato di 500 milioni di euro», la sovrintendente e direttrice artistica Cecilia Gasdia, ha rimarcato l’importanza della partnership tra pubblico e privato. A parlare di mecenatismo e collaborazione tra pubblico e privato anche la sindaca di roma Virginia Raggi. Strategia, visione e anticipazione, sono i punti su cui, secondo Simone Silvi, Amministratore Delegato Treccani Reti, si deve fare leva.«Che cosa ci hanno insegnato questi ultimi 18 mesi? Che la paura del futuro, la dolce e fatale illusione che tutto resterà sempre uguale condannano al fallimento anche i migliori. Il futuro non va aspettato, per quanto possibile va anticipato. Solo così non si rischia mai di diventare obsoleti, una roba da musei, da vecchio album dei ricordi. E per farlo ci vuole visione, ci vuole coraggio, senza mai, mai dimenticare chi siamo veramente».
Prospettive e ostacoli
A guardare verso gli scenari internazionali con un’attenzione alla crescita e alle trasformazioni Francesco Rutelli, già sindaco di Roma e attuale presidente di Anica. «È nostro interesse che nuovi soggetti internazionali vengano in Italia, investano e aiutino la crescita del sistema Paese – ha detto –. È necessario che il governo aiuti le aziende italiane definendo un terreno di competizione corretta, e anche aiutando le aggregazioni di imprese italiane ed europee». Eppoi le soluzioni per ovviare i danni provocati dalla pandemia. Come la capacità di “innovarsi e inventare». «L’Opera di Roma – ha rimarcato Carlo Fuortes, Sovrintendente del teatro – ha visto crescere durante la pandemia, sia il suo pubblico sia soprattutto la sua reputazione internazionale». E gli ostacoli da superare, come evidenziato dall’Etòile Roberto Bolle, in questi giorni al Circo Massimo di Roma: «Credo che quello che ci abbia insegnato questo momento è proprio prendere consapevolezza dei vulnus, delle carenze».
Le soluzioni innovative
In questo ampio panorama spazio anche alle le nuove opportunità e soluzioni innovative. Come quelle offerte dalle aziende digitali che “possono sostenere il mondo della cultura”. «L’8 marzo 2020 è una data che ha segnato un grande spartiacque nel mondo della cultura e non solo – ha detto Luca Sepe, Amministratore Delegato di Shaa – . Il digitale ha portato sin da quel momento una grande rivoluzione ed è stato capace di allargare le platee fisiche e di abbattere i confini e i limiti imposti». C’è poi il capitolo che riguarda la Promozione e innovazione, e le nuove esperienze dell’arte, argomenti affrontati da Ilaria Bonacossa, Direttrice di Artissima Torino, Stefano Boeri, Presidente della Triennale Milano.«L’annus horribilis che ha devastato il nostro Paese, sotto i profili umani, sociali ed economici, ha di fatto completamente bloccato il settore Culturale – ha detto Alvise di Canossa, Presidente di Art Defender –. La riflessione che nasce spontanea riguarda la necessità di ridisegnare un percorso che permetta un reale avvicinamento tra Pubblico e Privato, per offrire un nuovo programma che, con equilibrio, coniughi Cultura ed Economia, Innovazione e Tecnologia per permettere a noi ed al mondo di ritornare a vivere il Bello e l’Arte come un dono prezioso da conservare nel tempo».
L’università
A giocare un ruolo di primo piano in questa partita che vuole dare una spinta alla ripresa sarà anche l’università. «La priorità che ho sul tavolo è riuscire a mettere le basi per attuare i progetti previsti dal Pnrr che servano a superare i divari nel settore dell’Università e ricerca e per portare l’Italia a essere competitiva tra 5-6 anni e a camminare con le proprie gambe – ha detto la Ministra dell’Università e la Ricerca Maria Cristina Messa –. Mettere a terra questa progettualità è impegnativo e non si può fare senza riforme. Quindi è necessario un sistema di riforme e semplificazione che permetta a tutti gli attori in campo di giungere all’investimento del Pnrr, poter lavorare e creare un sistema attrattivo per giovani, che dia competenze per il nostro mercato e renda l’Italia un Paese forte e competitivo su ecologia e transizione digitale ed ecologica”.
Fonte: Il Sole 24 Ore