Sardegna: per il 2021-2027 programmato il 50% delle risorse. Obiettivo zone interne

L’obiettivo è contrastare lo spopolamento delle zone interne e, allo stesso tempo, supportare le imprese con interventi che puntano a rafforzare i servizi. È una partita che vale 1,5 miliardi di euro quella che gioca la Regione Sardegna con i fondi europei 2021-2027. Il 9 maggio scorso è stata presentata la programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). A illustrare lo scenario è Giuseppe Meloni, vice presidente della Regione e assessore alla Programmazione e bilancio. «Fino ad oggi come assessorato competente abbiamo programmato, con atti deliberativi, circa il 50% della dotazione finanziaria complessiva». Un passo avanti che, come sottolinea l’esponente dell’esecutivo, deve fare i conti con i ritardi. «Occorre, peraltro, tenere conto del fatto che stiamo ereditando un oggettivo ritardo, in parte connesso al fatto che la direzione generale del Crp (centro regionale di programmazione) sia stata vacante per troppi anni, e in parte dovuto al covid, problema quest’ultimo che ha interessato chiaramente tutte le regioni d’Europa», sottolinea.

«Nonostante questo abbiamo completato la prima domanda di pagamento, sempre sulla programmazione 2021/27, pari a 11,5 milioni. È una piccola cifra ma ci consente di valorizzare il prefinanziamento di 5 milioni che la commissione ci aveva assegnato nel 2022». Non solo: «Dovremmo essere una delle prime autorità di gestione Fesr a livello nazionale che rendiconta spesa sulla nuova programmazione».

Le priorità

Quanto al programma, si sviluppa in 6 priorità che vanno dalla Competitività intelligente, alla Transizione digitale, dalla Transizione verde, alla Mobilità urbana sostenibile , al sociale e allo Sviluppo sostenibile integrato urbano e territoriale. «Intendiamo confermare l’ impostazione di base del programma, anche perché nato dal lavoro tecnico con la Commissione europea e investire in questi ambiti, in particolare la transizione digitale e la transizione verde – aggiunge ancora Meloni –. Però rispetto alla passata legislatura intendiamo rafforzare la condivisione con il partenariato economico e sociale della nostra Regione favorendo un approccio alle politiche place based, dal basso. Il programma non è solo della Regione Sardegna come istituzione, è di tutti i sardi, che devono essere protagonisti attivi della attuazione e non solo semplici beneficiari».

Quanto alle priorità: «Una è quella della riduzione dello spopolamento. Per farlo è necessario ridare valore ai territori, riducendo il divario tra le aree interne e le aree urbane. Investire nei territori, specie in quelli più marginali, valorizzandone le potenzialità e investendo sulle specificità di ciascun territorio dal punto di vista ambientale, culturale, paesaggistico e socio-economico e, nel contempo, riducendone i deficit, contribuendo al miglioramento della qualità della vita della popolazione».

Le perplessità delle imprese

A guardare con attenzione verso l’opportunità che portano i fondi europei è il mondo dell’impresa. Che, però, non nasconde qualche perplessità. «Quello che noi chiediamo è una certezza dei programmi e dei tempi – dice Marco Santoru, direttore di Confindustria – anche perché il mondo delle imprese ha necessità di risposte chiare soprattutto sui temi a cui è legato lo sviluppo della nostra regione». Che vanno dall’energia alle infrastrutture, passando per i servizi. «La manifattura, se non si scioglie il nodo dell’energia continuerà ad avere difficoltà per lo sviluppo – aggiunge – inoltre c’è da intervenire sulle infrastrutture, pensiamo al trasporto ferroviario ma anche ai collegamenti con le zone interne e tutto quello che serve per rilanciare l’attività produttiva».

Fonte: Il Sole 24 Ore