Sardegna, rincari in vista del 30% per trasporto marittimo delle merci
In arrivo per il trasporto merci via mare rincari del 30%. La denuncia arriva da Confindustria Sardegna e riguarda l’applicazione della direttiva comunitaria Ets, Emission Trading System (imposta dall’Unione europea alle compagnie marittime che non si sono adeguate alle politiche di contenimento sulle emissioni di gas inquinanti da CO2) che, entrata in vigore già dal 1° gennaio 2024, prevede un ulteriore significativo incremento a partire da questo gennaio.
Competitività a rischio
«Questo scenario rischia di compromettere la competitività di tutto il sistema industriale e manifatturiero dell’isola – denuncia Maurizio De Pascale, presidente di Confindustria Sardegna, assieme a Antonello Argiolas, Giovanni Bitti e Alfonso Carlini, delle Associazioni territoriali degli Industriali -. È fondamentale intervenire con urgenza per evitare che questa situazione porti al collasso totale delle nostre aziende».
Rincari del 30%
I dirigenti dell’associazione industriali sottolineano che «dalle ultime comunicazioni ricevute dalle società di trasporto, gli aumenti per questo primo trimestre del 2025 stanno causando un incremento delle tariffe delle tratte marittime pari a circa il 30% del costo totale del nolo».
Per avere un quadro bastano alcuni dati raccolti dall’organizzazione: «Per la linea Olbia – Livorno, ad esempio, l’incremento è di 197,20 euro, mentre sulla tratta Cagliari – Livorno è di 217,60 euro – perseguono -. Il meccanismo di tassazione raggiungerà il suo apice nel 2026, quando le compagnie marittime dovranno coprire il 100% delle emissioni, con conseguente ribaltamento della tassazione Ets sul comparto produttivo isolano».
Isole penalizzate
Una situazione quasi paradossale dato che la misura ideata e adottata per contrastare l’impatto ambientale del settore navale rischi di dare vita a vere e proprie situazioni di svantaggio. «Questa misura sta, di fatto, determinando un aumento dei costi di trasporto via mare – argomenta – con conseguenze disastrose per tutte le imprese sarde, fortemente penalizzate dalla condizione di insularità sia per gli approvvigionamenti delle merci sia, soprattutto, per l’esportazione delle proprie produzioni nei mercati esterni».
Fonte: Il Sole 24 Ore