Scabbia Guerrini (Vf): «Reinventarsi è divertente. Innovazione e design al centro»
Reinventarsi: un sogno, una dichiarazione di intenti, un progetto. Un verbo che può aprire mondi o almeno nuovi orizzonti, ma che spesso viene usato con leggerezza, se non a sproposito. Non è certo il caso del piano abbracciato da Vf, tra i più grandi gruppi al mondo dello sportswear e activewear. La strategia dell’azienda, quotata a New York, si chiama Reinvent to grow e getta lo sguardo fino al 2028. Fortemente voluta da Bracken Darrell, ex ceo di Logitech e ceo e presidente di Vf dal giugno 2023, e messa a punto in collaborazione con Martino Scabbia Guerrini, da un anno global chief commercial officer (cco), la strategia serve a rilanciare il gruppo, un processo necessario anche per le condizioni esterne e i segnali di rallentamento dell’industria globale della moda, che non sta risparmiando il segmento dell’alto di gamma, considerato fino allo scorso anno il più resiliente in assoluto. I momenti difficili, racconta Scabbia Guerrini, sono i più adatti per, appunto, reinventarsi, un processo dal quale non bisogna essere spaventati (vale per le aziende ma in fondo anche per le persone) e che può persino essere divertente, o perlomeno innescare circoli virtuosi di energia ed entusiasmo.
Partiamo dagli ultimi dati, che indicano un’inversione di rotta.
Alla fine di ottobre abbiamo annunciato i dati del secondo trimestre dell’esercizio fiscale 2024-2025, relativi al periodo luglio-settembre e il board of directors ha autorizzato un dividendo trimestrale di 0,9 dollari. I ricavi del trimestre sono scesi del 6% a 2,757 miliardi di dollari, quelli del semestre, il periodo maggio-settembre, sono calati del 7% a 4,527 miliardi. Sono numeri in miglioramento rispetto alla frenata più marcata dei mesi precedenti: nel primo trimestre i ricavi erano scesi del 10% e, come ha sottolineato Bracken Darrell, intendiamo seguire le priorità del piano Reinvent e siamo allineati con l’obiettivo di chiudere l’anno fiscale con 300 milioni di dollari di risparmi e questi numeri si riflettono positivamente anche sull’andamento del titolo in Borsa.
Come chief commercial officer su quali fronti ha lavorato?
Sono molti anni che lavoro in Vf e potrei rispondere che mai come mi sta succedendo ricoprendo questo ruolo mi ero sentito un “ufficiale di collegamento”, anzi, un vero e proprio ponte sicuro tra Europa e Stati Uniti. O meglio tra Stati Uniti e resto del mondo, visto che da anni mi occupavo dei mercati internazionali di Vf. Abbiamo creato una nuova organizzazione, esportando le best practice che avevamo adottato con successo nelle aree Emea e Apac di cui ho avuto la responsabilità.
Come riassumerebbe le priorità di Reinvent di cui ha parlato il ceo?
Siamo un’azienda quotata, quindi alcune priorità sono sicuramente finanziarie, ma altrettanto importante è il lavoro sui singoli marchi, a partire da Vans, quello che di recente aveva sofferto di più. Per quanto riguarda i bilanci, ottimizzare il modello operativo è una condition sine qua non per raggiungere un margine operativo superiore al 10% entro il 2028. Ma guardiamo anche oltre quella data: vogliamo costruire capacità a lungo termine per creare un vantaggio competitivo sostenibile, aldilà delle difficoltà attuali e della tante incognite geopolitiche, oltre che economiche. Lo facciamo investendo in tecnologie e allo stesso tempo cercando e facendo crescere talenti, perché gestire un portafoglio come il nostro significa sviluppare in parallelo innovazione e design e vale per tutti i marchi, da Timberland a The North Face, da Napapijri a Vans. Tornando agli stakeholder, puntiamo a ridurre la leva finanziaria e a generare valore sostenibile per gli azionisti.
Come spiega la vendita di Supreme a EssilorLuxottica?
Credo che il marchio Supreme abbia grandissime potenzialità e penso che Essilux saprà guidare il marchio in un percorso di crescita globale. Come ha ricordato il nostro ceo, il disinvestimento in Supreme (l’operazione è stata completata il 1° ottobre, ndr) ci permette di rispettare l’impegno a ripagare il miliardo di prestiti in scadenza alla fine di quest’anno.
Fonte: Il Sole 24 Ore