Scarti di produzione, parte in Emilia la piattaforma per gli scambi tra aziende

Scarti di produzione, parte in Emilia la piattaforma per gli scambi tra aziende

È la prima piattaforma digitale, gratuita e aperta a tutte le aziende in Italia che offre soluzioni di economia circolare a supporto delle attività industriali. “Albo Circular” – questo il nome della “piazza virtuale” per lo scambio di scarti di lavorazione, materie prime seconde, servizi di riciclo – è stato progettato e lanciato da Confindustria Emilia lo scorso ottobre e ora, dopo la fase di sperimentazione, è pronto per il debutto ufficiale sul mercato nazionale. «L’industria italiana ha una responsabilità enorme nel consumo di materie prime. Con “Albo Circular” vogliamo offrire uno strumento pratico che incrocia domanda e offerta di materiali di scambio, scarti per una azienda che possono diventare materie prime seconde per l’altra, trasformando i rifiuti in risorse. Un modello sperimentato in Emilia e al quale aderiscono già 150 imprese, che mettiamo a disposizione di tutte le Confindustrie a livello nazionale», spiega Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia, oltre 3.400 imprese rappresentate tra le province di Bologna, Modena e Ferrara e organizzate a livello associativo in 20 filiere industriali, di cui 17 impegnate in manifattura.

L’impatto delle norme europee

«Questa piattaforma (www.albocircular.it, ndr) nasce qui proprio perché vantiamo una concentrazione unica a livello mondiale di filiere industriali diversificate, che si possono scambiare materiali, molto sensibili ai temi del riciclo e del riuso anche perché sono state travolte dalle normative europee green». Il riferimento è in particolare alle industrie della packaging valley, perché attorno a Bologna si concentrano i due terzi di un Made in Italy da 9,5 miliardi di euro e 38mila posti di lavoro, finito nel mirino del regolamento Ue sugli imballaggi.

La piattaforma circolare si propone di connettere realtà industriali diverse per incentivare lo scambio di materiali di scarto che possono trovare nuovi utilizzi, promuovendo la riduzione di sprechi e impatto ambientale, quindi la sostenibilità. Attraverso una mappa interattiva e filtri personalizzati, le imprese possono trovare partner per servizi di riciclo sul territorio, acquistare o vendere scarti di produzione, cercare materie prime seconde. «Albo Circular non è solo uno strumento tecnologico, è un modello culturale – sottolinea Caiumi – perché quando si parla di economia circolare è molto importante che anche la progettazione, sia dei prodotti sia dei processi, sia impostata per massimizzare il recupero e il riuso, bisogna che i materiali siano facili da smontare e riutilizzare, ad esempio, o che si possano smaltire insieme. Vogliamo diffondere la consapevolezza che la sostenibilità non è un costo, ma un’opportunità di crescita e innovazione».

Osservatorio dati e buone pratiche

Confindustria Emilia sta già lavorando per ampliare le funzionalità della piattaforma, includendo un osservatorio permanente su dati e buone pratiche aziendali. «L’innovazione è il cuore del nostro progetto. Stiamo salendo una scala che ci porterà a nuovi livelli di efficienza e competitività. Chi inizia per primo questo percorso avrà un vantaggio strategico», ricorda il presidente. Nonostante il buon posizionamento dell’Italia, «c’è ancora molto da fare per diffondere l’economia circolare come modello di produzione e consumo volto all’uso efficiente delle risorse», è la considerazione che Caiumi fa, alla luce dell’ultima rilevazione su “L’Italia che Ricicla 2024” di Assoambiente e Ref Ricerche: nonostante i primati che il nostro Paese vanta in termini di circolarità (l’utilizzo di materiali riciclati nei processi produttivi è al 18,7%, ben oltre la media Ue dell’11,5%), si investe ancora poco in economia circolare (0,7% del Pil) e negli ultimi anni sta aumentando il consumo di materie prime vergini (+5,5%), mentre nel resto d’Europa cala (-6,3%). «La circolarità è un passaggio obbligato, ma anche un’enorme opportunità per rilanciare la nostra economia», conclude il presidente di Confindustria Emilia.

Fonte: Il Sole 24 Ore