Scienza, ecco chi ha vinto quest’anno i premi Balzan

Heino Falcke, professore di Radioastronomia all’Università di Nimega, è uno dei 4 vincitori del Premio Balzan 2023 per le Scienze, Lettere ed Arti, che è stato consegnato il 17 novembre a Berna. E’ un riconoscimento importante, al di là del valore venale di 750.000 franchi svizzeri, per la persona che ci ha dato la possibilità di visualizzare per la prima volta la zona in cui risiede un buco nero, quello della Galassia M87. Era l’aprile del 2019 e probabilmente moltissimi ricordano l’impressione e lo stupore nel vedere una specie di ciambella luminosa rossastra con al centro una zona nera nella quale, anche se non si vedeva, doveva esserci il buco nero. Fu una svolta e forse non si capì subito che non si era trattato di scattare con abilità una foto a un telescopio di nuovo tipo. Tutt’altro: fu invece una lunga e paziente opera di coordinamento fra una manciata di radiotelescopi di prima classe fra costa ovest degli Stati Uniti, centro e Sud America ed Europa, osservazioni di ore e ore, raccolta di terabyte di dati che furono elaborati in modo innovativo.

La prima idea che si potesse osservare, non un buco nero ma la zona che lo circonda, venne a Heino Falcke nel 1993 e, fatti un paio di volte dei calcoli preliminari, capi che si sarebbe potuto tentare di osservare i segnali radio emessi dalla materia nel momento in cui veniva risucchiata nel buco nero, sparendo così alla nostra vista. QUesto avrebbe segnato i confini, il buco nero in quanto tale rimaneva ovviamente non visibile, dato che non solo non emette alcun segnale ma anche inghiotte tutto quello che supera una zona limite attorno a sè.

L’anello luminoso dorato che domina quell’immagine che ha fatto il giro del mondo in poche ore nel 2019 delimita appunto questa zona che è chiamata dagli astrofisici “orizzonte degli eventi”. Oltre questo limite la materia viene “spaghettificata” , definizione suggestiva del noto fisico Stephen Hawcking, in pratica stirata al limite per divenire proprio come spaghetti, per poi scomparire nel buco nero.
Fra gli oggetti più difficili da capire e immaginare, le leggi della fisica quotidiana lì dentro non valgono , sono anche fra quelli più intriganti per il pubblico, forse per il mistero che si portano dietro, riferito anche congetture bizzarre sui viaggi nel tempo e nello spazio possibili grazie a questi oggetti.
Heino Falcke, che oltre a essere professore a Nimega lavora assiduamente come ricercatore all’Istituto Max Planck di Monaco di Baviera, nel tempo che li rimane opera anche come pastore protestante. Una figura quindi particolare e lui stesso racconta come sia sempre stato affascinato dalle domande fondamentali sulla vita. “Quando ho dovuto scegliere l’università ero diviso tra teologia e fisica, poiché entrambe trattano questioni fondamentali e studiano la nostra origine” dice.
Un scarsa predisposizione per le lingue antiche, una nonna astrofila che gli fa vedere Saturno e i crateri della Luna con il suo telescopio e il regalo di un personal computer aiutano a fargli fare il passo definitivo verso la Fisica.

Una carriera di successo costellata di soddisfazioni e anche premi e riconoscimenti, ma forse non si sentì mai come quando con il suo gruppo vide finalmente apparire l’immagine della zona attorno al buco nero di M87. “Per un’ora mi sono sentito come se fossi sospeso da terra. È stato come se all’improvviso avessi incontrato il tuo amore più grande, che finora avevi visto solo nei tuoi sogni e conosciuto tramite lettere. Ora lo vedi dal vero ed è ancora più bella di quanto immaginavi” dice Falcke in modo talmente suggestivo che ci rende perfettamente partecipi di quei momenti.
I buchi neri e il Big Bang ci portano ai limiti fondamentali della nostra conoscenza e anche se non possiamo vedere l’interno di un buco nero, crediamo comunque che esista. Falcke trova in questo una coniugazione fra la Scienza e la sua Fede “Credo in un’origine dell’universo, prima che questo nascesse, qualcosa da cui tutto deriva: Dio che è al di là dello spazio e del tempo, ma ha creato lo spazio e il tempo e di cui le leggi della fisica sono espressione” continua. Nessuna contraddizione quindi, come a volte succede, e si pone nella scia di Keplero, Newton e di Lemaitre, mistici in qualche modo i primi due che aprirono le porte allo studio dei moti dei corpi celesti, e prete cattolico il terzo, che per primo avanzò la teoria del Big Bang, nel 1927.
L’attività comunque è tutt’altro che concluso, come spesso succede agli scienziati ,la curiosità addirittura aumenta con le nuove scoperte e Falcke è molto interessato alla Luna, a posizionare sul nostro satellite una rete di antenne radio a bassa frequenza per misurare i segnali provenienti dagli albori dell’universo, e potrebbe essere un progetto tutto europeo. Per rimanere sulla Terra c’è in progetto la costruzione di un nuovo radiotelescopio in Namibia, che è quasi interamente finanziato per studiare ancora meglio i buchi neri con le tecniche che hanno portato alla famosa immagine. Se tutto va bene insomma Heino Falcke ci farà vedere addirittura un filmato di questi misteriosi oggetti che ingoiano la materia che si trova nelle vicinanze. Certamente spettacolare il risultato sarebbe però un vero passo avanti, determinante per capire meglio le basi della fisica della gravità che ancora ci sfuggono.

Fonte: Il Sole 24 Ore