Scommessa agrivoltaico per il futuro energetico della Lombardia

L’agrivoltaico come soluzione per aumentare la quota di energie rinnovabili prodotte dal sole. Per l’Anie, supportata dai dati del Politecnico di Milano, è questa la via che la Lombardia deve percorrere per colmare il suo storico gap di indipendenza energetica. Secondo i dati Terna del 2022, su un fabbisogno elettrico di 65 TWh, in regione sono stati prodotti solo 50 TWh, di cui solo 10 TWh sono da fonti rinnovabili (esclusivamente idroelettrico e fotovoltaico). L’indipendenza energetica della Lombardia si attesta quindi al 77% considerando la somma delle fonti rinnovabili e di quelle fossili, mentre il fabbisogno elettrico regionale è stato coperto solo per il 15% dalle fonti rinnovabili contro una media nazionale del 32%.

Secondo i dati del Gse l’occupazione media nazionale del suolo fotovoltaico è pari allo 0,13% della superficie agricola utilizzabile, mentre in Lombardia tale percentuale è dell’0,05%, molto al di sotto della media nazionale. Poiché l’idroelettrico è ampiamente sfruttato mentre l’eolico, salvo casi rari, non è sostenibile in Lombardia, per ragguingere i target fisssati al 2030 la regione, secondo l’Anie, deve guardare tanto al fotovoltaico a tetto – sia residenziale che commerciale/industriale – quanto all’agrivoltaico. Questi ultimi impianti, sostiene l’associazione, consentono in particolare di mitigare l’utilizzo del suolo agricolo coniugando la produzione agricola con quella del fotovoltaico. Nei campi i pannelli possono essere elevati, non elevati oppure verticali, a seconda delle tipologie di colture.

La sfida è riuscire a integrare con successo la tecnologia fotovoltaica nel contesto agricolo, adattandola alle diverse colture e privilegiando le installazioni basse o interfilari perché hanno un minor impatto paesaggistico, una maggior resilienza alle condizioni meteo e sono meno costose rispetto a quelle alte. «L’agrivoltaico è un elemento fondamentale nello sviluppo della strategia del fotovoltaico ha detto Andrea Cristini, presidente di Anie Rinnovabili, intervenendo al convegno organizzato dalla sua associazione a Palazzo Pirelli, con la partecipazione di Regione Lombardia -. Si tratta di una tecnologia che risponde a esigenze impellenti del nostro paese, ovvero incrementare la produzione dalle fonti rinnovabili, decarbonizzare l’economia e preservare la vocazione agricola dei nostri territori. Per questo è necessario risolvere l’impasse normativa che può costituire un freno a tale crescita».

Con 2,5 GW di impianti fotovoltaici installati, l’Italia sta recuperando terreno sul fronte delle rinnovabili lo stallo degli ultimi anni con l’obiettivo di raggiungere da qui al 2030 gli 80 gigawatt di potenza installata tra eolico e fotovoltaico richiesti dal Pniec. Secondo gli studi condotti da Anie Confindustria e il Politecnico di Milano, si stima che tra fotovoltaico ed eolico la filiera nazionale abbia già generato circa 10 miliardi di euro nel corso del 2023, mentre gli investimenti da qui al 2030 potrebbero aggirarsi tra i 45 e i 90 miliardi di euro. In Italia la filiera delle fonti energetiche rinnovabili conta su 100mila addetti e 21.378 imprese, di cui il 65% opera nel fotovoltaico. Con 3.778 aziende operanti, pari al 17,7%, la Lombardia è la regione con la maggiore presenza di imprese in questo settore, seguita dal Lazio (2.446 aziende), Veneto (1.195 imprese), Campania (1.733 aziende) ed Emilia Romagna (1.703 imprese).

Fonte: Il Sole 24 Ore