Scontri tra antagonisti e polizia a Bologna, Salvini: chiudere i centri sociali occupati dai comunisti
«Immagini vergognose e inaccettabili ieri da Milano e Bologna, bisogna chiuderli questi centri sociali occupati dai comunisti e lo chiederò oggi stesso al ministro Piantedosi». Lo ha detto a Bettona (Perugia) il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini durante un incontro con i cittadini in vista delle elezioni regionali in Umbria. «Chiederò una ricognizione di tutti i centri sociali di sinistra occupati abusivamente perché sono covi di delinquenti» ha affermato il leader della Lega.
«A Bologna – ha continuato Salvini – la caccia al poliziotto con i bastoni, a Milano l’istigazione per la caccia all’ebreo come accaduto in Olanda e questo è inaccettabile in un Paese come l’Italia». «Quindi da ministro, da vicepresidente del Consiglio, da genitore e da segretario della Lega – ha concluso – chiederò di intervenire immediatamente per chiudere questi covi di delinquenti che sono i centri sociali comunisti».
Gli scontri a Bologna
Sabato 9 novembre doveva essere l’ultimo sabato di campagna elettorale, ma gli appelli e i programmi dei candidati a Bologna hanno lasciato spazio a manifestazioni e scontri con la polizia. È stata una giornata particolare, temuta da giorni, da quando è stata autorizzata per il pomeriggio, contro la volontà del Comune, una manifestazione della Rete dei Patrioti e di Casapound che si sarebbe dovuta concludere in piazza XX settembre, a pochi passi dalla stazione centrale. Una circostanza che ha fatto mobilitare la rete antifascista bolognese, che ha definito una provocazione una manifestazione di gruppi dichiaratamente neofascisti vicino alla stazione dove c’è stata la strage del 2 agosto 1980, attuata dal terrorismo nero. In mattinata l’Anpi ha organizzato un presidio in piazza del Nettuno, davanti al sacrario dei partigiani a cui hanno partecipato i leader di Pd e Sinistra Italiana Elly Schlein e Nicola Fratoianni ed esponenti del Movimento 5 Stelle. Nel pomeriggio è poi partita la manifestazione della rete dei patrioti e di Casapound, colpita da insulti e liquidi lanciati dalle finestre delle vie che stava attraversando. Ma si è fermata, dietro al cordone di polizia in tenuta antisommossa, all’ingresso della piazza dove, nel frattempo, si erano radunate molte persone che stavano cantando “Bella ciao” e lanciavano insulti verso il corteo. Dal centro è partito anche il corteo dei collettivi studenteschi che, quando ha tentato di avvicinarsi per entrare in contatto con i manifestanti di estrema destra, si è scontrato con la polizia. Tre poliziotti sono rimasti lievemente feriti. «A Bologna ancora una volta le forze di polizia, schierate a difesa della sicurezza pubblica e della libertà di manifestare – ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – sono state oggetto di vergognose aggressioni e violenze da parte di gruppi di facinorosi. Confido che tutte le forze politiche e sociali del paese, senza tentennamenti o speciosi distinguo, sappiano prendere le distanze da comportamenti pericolosi ed inaccettabili in democrazia». «Ancora violenze e scontri generati dai collettivi, a Bologna, rivolti contro la Polizia di Stato – ha sottolineato la premier Giorgia Meloni -. La mia totale solidarietà va agli uomini e alle donne delle Forze dell’Ordine, che con fermezza e professionalità hanno affrontato i soliti violenti, tra lanci di petardi e sassi, rischiando la loro incolumità. Spiace constatare che certa sinistra continui a tollerare e, talvolta, a foraggiare questi facinorosi, anziché condannare apertamente questi episodi e mostrare solidarietà a chi, ogni giorno, lavora per garantire la sicurezza di tutti».
Sindacato polizia: non siamo carne da macello
Non sono manifestanti, ma «criminali professionisti del disordine» quelli che ieri a Bologna, in occasione della manifestazione organizzata dai gruppi antagonisti sono stati protagonisti di «cariche dolose e preordinate» contro le forze dell’ordine con «bastoni, mazze, fumogeni e bombe carta. Le immagini sono inequivocabili e, questa volta, nessuno potrà strumentalizzare l’operato delle forze dell’ordine». Lo sostiene il Sap, sindacato autonomo della polizia che ora si aspetta «una netta presa di distanza da parte di tutti» e auspica che non ci sia «nei riguardi di questi violenti alcuna indulgenza politica e giudiziaria». «Non siamo carne da macello e abbiamo diritto, dopo il lavoro, di tornare sani a casa dai nostri cari. Ci sono tecniche e strumenti come gas lacrimogeni e idranti che possono garantire livelli di sicurezza superiore e vanno utilizzati- sostiene ancora il Sap- Auspichiamo che il decreto sicurezza, ora all’esame del Senato, venga approvato celermente poiché contenente norme per contrastare e punire i professionisti del disordine con sanzioni più gravi».
Fonte: Il Sole 24 Ore