scopri il business globale della pizza e i trend di consumo in Italia”

scopri il business globale della pizza e i trend di consumo in Italia”

Il 17 gennaio con il World Pizza Day si celebra il successo di un piatto sempre più universale, che non accenna a perdere popolarità. Nel mondo, ma in primo luogo dove è nato, con le pizzerie in Italia che da alcuni anni stanno scoprendo una nuova vita, mettendosi alle spalle la vecchia immagine di cenerentola della ristorazione. Che si tratti di locali che propongono lievitazioni e farine speciali, versioni adatte a qualsiasi intolleranza o topping gourmet degni di un ristorante stellato (e non mancano le polemiche per la scelta della Guida Michelin di continuare a escludere le pizzerie tra le sue eccellenze). O che si tratti dell’espressione di singoli “maestri” o di catene, che non solo continuano ad inaugurare nuovi locali (cosa impensabile fino a una decina di anni fa, quando lo scetticismo regnava sulla possibilità di affermare brand diffusi in un paese che vanta pizzerie “indigene” ad ogni angolo di strada) ma si espandono anche all’estero.

Pizza, affari in crescita

Un mondo variegato che non è però facile da misurare economicamente. Secondo ITA0039, certificazione Asacert nata per riconoscere i veri ristoranti italiani all’estero, a livello mondiale il business ammonterebbe a oltre 151 miliardi di dollari (poco meno di 147 miliardi di euro) «con una crescita prevista a un tasso annuo composto (Cagr) del 5% dal 2024 al 2031».

Secondo i dati Tradelab illustrati nel corso della 19esima edizione di PizzaUp – «simposio tecnico esperienziale sulla pizza italiana contemporanea» organizzato da Petra Molino Quaglia lo scorso novembre a Venezia – gli italiani nell’ultimo anno hanno speso «circa 25 miliardi di euro per occasioni fuori casa con la pizza, con 1.173 milioni di pizze consumate». Per Tradelab le opportunità di crescita, soprattutto nella fascia medio alta, non mancano: «puntare sull’aumento del valore per il consumatore e sull’attrazione di nuovi clienti permetterà agli operatori del settore di capitalizzare su un mercato che, nonostante le sfide, rimane ricco di potenzialità», commentano i ricercatori.

Un’indagine di Cna Agroalimentare presentata in occasione di TuttoPizza, il Salone internazionale che si tiene a Napoli a maggio in primavera, ha rilevato del resto che un proprietario di pizzeria su due prevedeva un 2024 di crescita per la propria attività.

Coldiretti: ricette casalinghe anti-contraffazione

Le stime di Coldiretti per il mercato italiano parlano invece di 15 miliardi di euro per un settore che sforna 2,7 miliardi di pizze e che occupa più di 100mila lavoratori a tempo pieno, cifra che sale a 200mila durante i fine settimana. E un’indagine Coldiretti-Ixe’ afferma come in 4 famiglie su 10 la pizza si prepara in casa, «magari ricorrendo all’uso di farine speciali o di ingredienti gourmet».
«La pizza in casa risolve peraltro – sottolinea Coldiretti – anche il problema dell’originalità degli ingredienti in un’Italia dove quasi due pizze su tre servite sono preparate con prodotti provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori, come mozzarella lituana, concentrato di pomodoro cinese, olio tunisino o farina da grano ungherese».

Fonte: Il Sole 24 Ore