Seconde case fantasma, così la stretta sui controlli farà emergere anche più Imu

Non solo rendite catastali. La caccia alle case fantasma e a quelle che dopo aver usufruito dei bonus non hanno subito rivalutazioni potrà produrre un’onda lunga anche sulle casse dei Comuni. In particolare, l’effetto leva delle rendite rivisto al rialzo potrà far aumentare le entrate dell’Imu sulle seconde case. L’operazione annunciata dall’Esecutivo in vista della prossima manovra è un tentativo di riequilibrare il prelievo, spostando l’asse su chi finora ha dichiarato e versato nulla o troppo poco.

L’operazione lettere del Fisco

Il piano dei controlli punta tutto sul meccanismo delle lettere di compliance. In pratica dall’incrocio dei dati presenti in Anagrafe tributaria e di quelli provenienti dalle nuove modalità di rilevazione cartografica il Fisco avrà una mappa dei possibili disallineamenti sia per le case del tutto sconosciute sia per quelle in cui i proprietari hanno sfruttato i bonus edilizi e, trovandosi nelle condizioni di doverlo fare, non hanno poi adeguato il valore dell’immobile al catasto.

La base di calcolo dell’Imu

La rendita catastale però non è un valore a sé stante. Ma rappresenta l’importo da cui inizia il calcolo dell’Imu. Andando ad aumentare l’imponibile, anche l’imposta dovuta naturalmente nelle ipotesi di seconde case aumenterà. Nelle situazioni tipo analizzate da «Il Sole 24 Ore» si potrebbe arrivare, ad esempio, a Roma in un immobile abitativo di categoria A3 di tre vani a un incremento dell’Imu di 331 euro: questo perché la rendita partendo da una base di circa 503 euro potrebbe salire di quasi il 37% a 689 euro. La conseguenza è che l’Imu passerebbe con un doppio salto di classe catastale da 896 a 1.227 euro.

Fenomeno simile a Milano per un immobile più grande (5 vani) in categoria A2. Partendo da una rendita di 1.032 euro, anche qui con il doppio salto di classe ci sarebbe un incremnto del 37% che si traduce in una crescita dell’Imu di 742 euro annuali.

Fonte: Il Sole 24 Ore