Separazione carriere, il Ddl giustizia atteso oggi in Cdm: ecco i punti chiave

Sarà già oggi in consiglio dei ministri (convocato alle ore 13) il disegno di legge costituzionale per la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Intanto esulta Antonio Tajani: «Siamo finalmente in dirittura d’arrivo per la riforma. Ogni imputato avrà la possibilità di avere l’accusa e la difesa sullo stesso piano», dice il vice premier dedicando il disegno di legge a Silvio Berlusconi, che nella sua vita politica aveva sempre rincorso questo obiettivo. A puntare il dito contro le nuove regole annunciate è invece l’Anm, il sindacato delle toghe, che ha confermato la sua contrarietà anche al recente congresso di Catania e dopo l’incontro a via Arenula con il Guardasigilli.

Resta l’obbligatorietà dell’azione penale

Nella serata del 28 maggio il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, sono stati ricevuti da Sergio Mattarella dopo un incontro con Ugo Zampetti, segretario generale della Presidenza della Repubblica. Al capo dello Stato è stato illustrato lo schema della riforma costituzionale, anche per recepire eventuali pareri e rilievi del Presidente. Il ddl non prevede modifiche all’articolo 112 della Costituzione, ovvero quello che riguarda l’obbligatorietà dell’azione penale.

Per i due Csm la soluzione del sorteggio

Quanto ai contenuti, il provvedimento prevederà l’istituzione di due distinti Csm (uno composto dai magistrati requirenti e l’altro da quelli giudicanti) entrambi presieduti dal Capo dello Stato. Sempre nel merito, ha ormai preso corpo la soluzione del sorteggio secco per scegliere i componenti dei due Csm. Tra i sorteggiabili dovrebbero essere compresi tutti i giudici e tutti i pubblici ministeri con un minimo periodo di anzianità alle spalle, probabilmente 15 anni.

La nascita dell’Alta Corte

Sempre secondo le valutazioni in campo, vi è l’aumento del numero dei membri laici dei Consigli, almeno un quarto nominati dal Parlamento. Nella nuova riforma, come più volte annunciato anche dal Guardasigilli Nordio, «la dignità della figura dell’avvocato entra in Costituzione: avrà una menzione autonoma come elemento strutturale della giurisdizione». Sarà inoltre introdotta l’Alta Corte, formata da nove membri: si tratterà di un organo di tutela giurisdizionale contro i provvedimenti amministrativi assunti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria, amministrativa e tributaria. Anche qui resta aperta però anche l’ipotesi che l’Alta Corte possa disciplinare in prima istanza e non in appello. Questo passaggio potrebbe probabilmente trovare anche il favore delle forze politiche esterne alla maggioranza.

Fonte: Il Sole 24 Ore