Separazione consensuale, così la divisione dei beni in comune

Domanda. In caso di separazione consensuale, come avviene la divisione dei beni in comune?

Risposta. Il regime di comunione legale dei beni tra i coniugi si scioglie a seguito della separazione legale, con la conseguenza che, da quel momento in poi, tutti gli acquisti diventano personali. L’articolo 194 del Codice civile fornisce il principio generale secondo cui la divisione dei beni comuni si effettua ripartendo in parti uguali l’attivo e il passivo ed effettuando eventuali rimborsi e restituzioni (articolo 192 del Codice civile); questa operazione va fatta tenendo presenti le norme che specificano quali beni sono oggetto della comunione e quali sono invece personali (articoli 177, 178 e 179 del Codice civile). Quanto acquistato nel periodo in cui il regime è stato in vigore può essere diviso effettivamente oppure mantenuto in comune: in tal caso si applicano le norme generali tra comproprietari. I beni mobili possono essere divisi senza un atto formale (ad esempio, chiudendo un conto corrente e ripartendone il contenuto, o portando nella nuova casa pezzi di arredamento o d’arte), mentre le quote di beni mobili registrati (veicoli o natanti) e di immobili necessitano degli atti di trasferimento. In caso di accordo, è possibile introdurre nella separazione consensuale le clausole relative alla divisione dei beni: si può dare atto di avere già spartito i beni mobili o di impegnarsi a farlo, e si possono anche cedere le quote di beni immobili con valore di trasferimento (e successivi adempimenti di registrazione e trascrizione) o con l’impegno a farlo. Con riferimento alle operazioni immobiliari, l’inserimentodi clausole all’interno di procedimenti consensuali di separazione e divorzio consente di accordarsi liberamente, anche con cessioni senza versamento di somme, e godendo dell’esenzione da ogni imposta e tassa (si vedano l’articolo 19 della legge 74/1987 e la sentenza della Corte costituzionale 154/1999, con richiamo alla risoluzione dell’agenzia delle Entrate 2/E/2014).

Il quesito è tratto dall’inserto L’Esperto risponde in edicola con Il Sole 24 Ore di lunedì 1° luglio.

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Fonte: Il Sole 24 Ore