Serie A al palo, il Governo frena sulla riapertura degli stadi
La variante Delta blocca la riapertura integrale degli stadi. La Serie A dovrà accontentarsi di una capienza ridotta a differenza di ciò che si prospetta in Inghilterra e Spagna. Il green pass non fungerà da passpartout per gli impianti sportivi come ipotizzato dai vertici delle istituzioni calcistiche italiane. Non è bastato che il presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino sottolineasse il ruolo di incentivo alle vaccinazioni che avrebbe potuto rappresentare un accesso riservato agli stadi per i tifosi che avessero completato il ciclo con le due dosi anti-Covid. Non hanno giovato del resto le notizie sui focolai provocati dagli assembramenti per Euro 2020.
Il prossimo campionato
Anche il presidente della Ferdercalcio Gabriele Gravina aveva annunciato di aver «formalizzato la richiesta al sottosegretario allo sport Valentina Vezzali» per far tornare i tifosi allo stadio se vaccinati. «Vogliamo arrivare a utilizzare il green pass in modo rapido e renderlo efficace anche nei nostri stadi», aveva spiegato. Lo stesso Gravina aveva poi già avvisato che «forse sarà complicato ottenere la riapertura alla totale fruibilità dei posti disponibili». Parole a cui sono seguite appunto quelle del presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino che sono sembrate decisamente una fuga in avanti. «La Lega serie A con tutti i 20 club, la Federcalcio, hanno inviato lettere alle istituzioni per chiedere il ritorno al 100% degli spettatori alle partite. Non è una richiesta folle – ha spiegato Dal Pino – spingiamo gli italiani a vaccinarsi visto che finora solo il 45 per cento della popolazione sopra i 12 anni lo ha fatto. Il calcio è un volano sociale incredibile e nel momento in cui consentissimo ai nostri fan muniti di Green pass di accedere alle tribune, forniremmo un contributo decisivo per mettere in sicurezza tutto il Paese».
Loading…
La reazione del Governo
Nel corso della giornata, però, è arrivato un brusco stop da parte del Governo, con il sottosegretario alla salute Andrea Costa che ha dichiarato a Radio 24: «Oggi parlare di stadi mi sembra prematuro, dobbiamo valutare quello che sarà l’andamento delle prossime settimane. Io credo che sicuramente possiamo affermare che ci sarà la ripresa del campionato con il pubblico in presenza, con una percentuale inferiore al 100% almeno in una fase iniziale. Il dato positivo è che ad oggi 26 milioni di concittadini si sono vaccinati e siamo arrivati al 48% della popolazione. Siamo in momento in cui gli italiani si stanno ancora vaccinando e questo potrà modificare in positivo il quadro perché se aumenterà il numero dei vaccinati ovviamente la situazione non potrà che migliorare».
Lo stop della Vezzali
Ancora più nette le parole del sottosegretario Vezzali, che ha chiarito in una nota che «saranno la cabina di regia di palazzo Chigi e le indicazioni che giungeranno dal Cts a dettare i tempi e le modalità per la riapertura al pubblico, in piena sicurezza, degli impianti sportivi. Già da tempo stiamo approfondendo la tematica con il Ministero della Salute per essere pronti a recepire le direttive e dunque dare risposte pronte alle tante richieste giunte e che riguardano non solo i campionati di calcio, basket, volley e rugby, ma anche grandi eventi sportivi quali, ad esempio, il Gran Premio di Formula Uno di Monza, la tappa di Misano del circuito internazionale di MotoGp e l’Open d’Italia di golf. Ad oggi, pertanto, parlare di percentuali, green pass o altre ipotesi, rappresenta un puro esercizio di retorica che non rispetta, soprattutto, tifosi ed appassionati» ha concluso il sottosegretario allo Sport.
I focolai da Euro 2020
«Quando ci sono assembramenti di centinaia, di migliaia di persone senza distanziamento e mascherina, in questo contesto epidemico le probabilità che si manifestino dei focolai è molto elevata. E credo sia un dato atteso che si potessero verificare dei focolai di Covid dopo gli assembramenti che si sono verificati in occasione degli Europei di Calcio. Adesso lo stiamo misurando e credo che prevenire ed essere consapevoli della necessità di rispettare le misure sia cruciale». Lo ha sottolineato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale Covid della Cabina di regia. «In una situazione di copertura vaccinale bassa soprattutto in alcune fasce d’età, di vicinanza senza mezzi di protezione e con manifestazioni che facilitano lo scambio, come momenti di gioia e festeggiamento, se c’è una persona positiva ha una probabilità di trasmissione del virus molto elevata a una quantità significativa di persone», ha detto l’esperto parlando del focolaio intercettato in un quartiere di Roma, Monteverde, che sarebbe nato in un pub in occasione di una partita dell’Italia. «È un fatto che conosciamo da inizio epidemia – ha rimarcato il presidente Iss – e si ripete laddove si verificano queste condizioni, fino a quando non avremo vaccinato la gran parte della popolazione».
Fonte: Il Sole 24 Ore