Servizi, la corsa per il dopo Belloni: ecco i nomi dei possibili successori
Terremoto al vertice dell’intelligence. Dal 15 gennaio Elisabetta Belloni lascerà la guida del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. A confermarlo è stata la stessa ambasciatrice, dopo le indiscrezioni di Repubblica sul suo imminente addio. «È una mia decisione», ha chiarito Belloni, aggiungendo che «non c’è nessun altro incarico», anche se già si parla di un suo ruolo a Bruxelles come consigliera diplomatica di Ursula von der Leyen. Su presunte tensioni con il sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata ai servizi segreti, sono invece fonti del Governo a smentire: «I rapporti sono eccelsi».
La scelta maturata da settimane
Fatto sta che Belloni – una carriera brillante in diplomazia e primati importanti: è stata la prima donna a diventare segretaria generale della Farnesina e poi a guidare il Dis, scelta da Mario Draghi nel 2021 e poi prorogata da Giorgia Meloni, che la ha voluta anche sherpa del G7 e del G20 – aveva comunicato già a dicembre alla premier la volontà di dimettersi a fine anno, in anticipo di cinque mesi rispetto alla scadenza del suo mandato e in corrispondenza della fine dell’incarico per il G7. La richiesta del Governo è però stata quella di far slittare l’addio almeno a metà gennaio, anche per sistemare tutte le tessere del complicato mosaico della successione, che richiede l’avallo del Quirinale.
La gestione del caso Sala-Abedini
La decisione di Belloni ha spiazzato, anche perché il momento è delicatissimo, nel pieno della trattativa per la liberazione di Cecilia Sala, la giornalista detenuta in Iran dal 19 dicembre. «Siamo fiduciosi», ha detto ieri Giovanni Donzelli (Fdi) al termine dell’audizione di oltre due ore di Mantovano al Copasir. Sotto esame la gestione del caso e i possibili errori, in primis l’arresto a Malpensa il 16 dicembre su mandato Usa dell’iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, che sarebbe avvenuto senza avvertire gli 007 e senza un coordinamento tempestivo tra Digos, Esteri e servizi per mettere in sicurezza gli italiani in Iran. Ha colpito, d’altronde, l’assenza di Belloni al vertice sulla vicenda convocato il 2 gennaio da Meloni.
I contatti del Governo con Musk per i sistemi di crittografia
L’ambasciatrice lascia anche all’indomani della visita lampo di Meloni a Donald Trump e alla vigilia dell’arrivo a Roma di Joe Biden, e mentre montano le polemiche sui contatti con SpaceX di Elon Musk per la fornitura al Governo di sistemi di crittografia di alto livello con tecnologia Starlink (si veda pagina 3). «Mi chiedo se esista un legame tra le dimissioni di Belloni e la notizia del contratto da 1,5 miliardi con Elon Musk», punge da Azione Osvaldo Napoli.
I rapporti complicati con Mantovano e Tajani
Belloni lascia, infine, mentre sul cielo dei servizi si sono di recente addensate altre nubi, come l’inchiesta a Milano su Equalize, e mentre Mantovano sogna l’unificazione di Aisi e Aise. Più di tutto avrebbero pesato i rapporti poco fluidi proprio con il sottosegretario e i “suoi” (acuiti dalle frizioni sulle nomine tra lui e il ministro della Difesa Guido Crosetto), con il direttore Aise Giovanni Caravelli e con il vicepremier e titolare degli Esteri, Antonio Tajani.
Fonte: Il Sole 24 Ore