Settimana decisiva per la filiera dell’alluminio primario Sider Alloys in Sardegna

Settimana decisiva per la filiera dell’alluminio primario Sider Alloys in Sardegna

La filiera dell’alluminio primario targato Sider Alloys stenta a decollare. E per lunedì, quando è previsto il ritorno in fabbrica nello stabilimento di Portovesme, i sindacati hanno annunciato lo stato di agitazione. «La parte più importante del revamping della fabbrica ancora non è iniziata – dice Roberto Forresu, segretario regionale della Fiom – e, alla luce di ritardi e di un’incertezza diffusa, oltre alla mobilitazione abbiamo chiesto un incontro urgente al Mimit con l’apertura del tavolo di crisi».

Una storia iniziata nel 2018

Si tratta dell’ultima sequenza della storia che interessa la fabbrica rilevata dalla Sider Alloys nel febbraio del 2018 dall’Alcoa, la multinazionale che aveva deciso di lasciare il polo industriale del Sulcis. «Il nuovo gruppo industriale avrebbe dovuto portare avanti un piano da circa 150 milioni – ricostruisce Forresu – risorse in parte proprie, in parte provenienti dalle istituzioni e in parte sotto forma di prestiti». Nello specifico, il piano di investimenti della Sider Alloys, rimodulato diverse volte, prevedeva investimenti complessivi per 150 milioni di euro. Risorse, in parte da finanziamenti a fondo perduto (7,8 milioni di euro), in parte da finanziamenti a tasso agevolato (84 milioni di euro), altre messe a disposizione dall’Alcoa (20 milioni) e per la parte rimanente, fondi propri dell’imprenditore.

Quindi l’avvio dei primi interventi e delle opere per adeguare la fabbrica al nuovo progetto industriale che aveva come obiettivo la riaccensione degli impianti che, sino alla fermata avvenuta nell’ottobre del 2012, producevano 155mila tonnellate di alluminio primario per pani e billette, assicurando un fatturato di oltre 500 milioni l’anno e occupazione a 450 dipendenti.

Obiettivo 145 mila tonnellate di alluminio

Il progetto, forte degli investimenti e di un’attività di ristrutturazione, puntava a produrre circa 145 mila tonnellate di alluminio primario e vergelle in grado di soddisfare il 30 per cento del mercato nazionale.

«Purtroppo tra Covid, burocrazia e progetti che si sono fermati e poi ripartiti, tutto si è dilatato – aggiunge Forresu – anche se, un aspetto positivo c’è: la Sider Alloys è riuscita a strappare un accordo bilaterale per la fornitura di energia a prezzo concorrenziale per un periodo di dieci anni, ossia 6+4». Una dote che ancora deve essere valorizzata. «Mentre tutte le aziende devono fare i conti con il caro energia – argomenta il sindacalista – in questo caso siamo davanti a un’impresa che porta con sé un contratto straordinario per avviare la produzione dato che questi impianti sono altamente energivori».

Fonte: Il Sole 24 Ore