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Settore del vino in allarme: la nuova Commissione Ue vuole imporre tasse e norme più dure
Piove sul bagnato nel settore del vino, e non solo sui mercati internazionali con il rischio dazi da parte dell’America di Trump, ma anche in Europa. A lanciare l’allarme è l’Unione italiana vini secondo cui il nuovo documento di lavoro della Commissione Ue del piano Beca (Beating Cancer), il documento che 3 anni fa proponeva forti limitazioni al commercio oltre all’introduzione di etichette allarmistiche (i cosiddetti health warnings sui vino come sui pacchetti di sigarette) ipotizza nuove misure restrittive per i consumi di alcol. «Questo nuovo testo – spiegano all’Uiv – presenta alcuni aspetti addirittura peggiorativi rispetto a quello che nei mesi scorsi ha trovato opposizione politica nell’Europarlamento. In particolare, la Commissione afferma di essere al lavoro per introdurre nuove misure più stringenti riguardanti la tassazione – anche per il vino – dei prodotti e la limitazione delle vendite transfrontaliere, l’informazione ai consumatori attraverso l’introduzione avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcoliche e la regolamentazione della pubblicità degli alcolici».
«Cambia la squadra – ha puntualizzato il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti – ma purtroppo il leit motiv della Commissione Europea rimane lo stesso. Speravamo che la nuova Commissione incentrasse il suo lavoro su misure volte a rafforzare la competitività delle imprese, non a inasprire la tassazione e a creare nuove distorsioni nel mercato unico. La sensazione – ha aggiunto – è che nell’Ue la mano destra non sappia cosa faccia quella sinistra: è il caso degli health warning, riproposto nel documento quando lo stesso Commissario alla Salute Varhelyi, in audizione in Parlamento Europeo, aveva detto che non era una priorità per la nuova Commissione. Ci appelliamo agli Stati membri e in particolare agli Europarlamentari italiani per bloccare in sede di Consiglio e del Parlamento Ue un documento redatto senza alcuna consultazione pubblica con gli stakeholder. Sarebbe – ha concluso Castelletti – un esordio shock della nuova legislatura per un settore che vale per il Vecchio Continente oltre 100 miliardi di euro e milioni di posti di lavoro».
Va infine ricordato che nel testo di revisione la Commissione afferma che oltre il 90% delle azioni del piano sono state avviate, con molte già completate. Attualmente, la direttiva sulle aliquote fiscali sugli alcolici stabilisce una quota minima di accisa pari a 0 euro per il vino e altre bevande fermentate, una delle proposte è di cambiare questo principio.
Fonte: Il Sole 24 Ore