Sex and feminism, il female gaze seriale

In principio fu Sex and the city. La serie televisiva che fece impazzire l’America dal 1998, anno in cui iniziò ad essere trasmessa su Hbo, è all’origine del nuovo sguardo femminile seriale, facendogli fare un balzo nella consapevolezza di genere. Le protagoniste sono quattro newyorkesi, che si raccontano le proprie avventure sentimentali e sessuali. Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker), Miranda Hobbes (Cynthia Nixon), Charlotte York (Kristin Davis) e Samantha Jones (Kim Cattrall) sono donne tra i 35 e i 40 anni, single, che svincolano la vita erotica dalla pratica con un partner esclusivo, verbalizzando con un linguaggio allora scioccante esperienze che un tempo venivano considerate di esclusiva prerogativa maschile. Il romanticismo non è escluso, le quattro protagoniste, tutte molto diverse per educazione ed obiettivi di vita, non disdegnano l’amore, ma quel che conta di più per loro, e senza prefiggerselo, alla fine è l’amicizia che le lega in maniera indissolubile.

La serie, basata sul romanzo omonimo di Candace Bushnell, ideata da Darren Star, per i tempi fu un vero inno all’emancipazione e all’indipendenza della donna e creò una sorta di culto per le protagoniste, soprattutto Sarah Jessica Parker, e per i locali della Manhattan chic e modaiola. È forse quest’ultimo aspetto che oggi fa apparire le puntate piuttosto invecchiate, una rappresentazione elitaria della società, bianca, ricca e di successo con un guardaroba inaccessibile ai più. Oggi lo sguardo femminile chiede una prospettiva più “verista”, ma allora fu comunque un progresso per il pubblico femminile seriale legato tradizionalmente alle soap e al mèlo

Dall’America dunque viene una nuova idea di donna, però plasmata sempre da uomini: pian piano si fa strada la necessità che a esporsi sull’universo femminile sia un’autrice. Per questo ha avuto un successo strepitoso negli Stati Uniti, come in Italia, Una mamma per amica (Gilmore Girls), creata da Amy Sherman-Palladino, e trasmessa tra il 2000 e il 2007, con protagoniste Lauren Graham, Lorelai, la madre, e Alexis Bledel, Rory, la figlia.

Ambientata in una cittadina immaginaria, racconta le vicende di Lorelai, madre single che ha reciso i legami con la famiglia di origine benestante e perbenista, e Rory, una figlia geniale e affezionata, entrambe bellissime e intelligentissime, unite da un rapporto profondo e idealizzato. A premiare questa serie, ancora adorata dagli adolescenti di oggi, è la modalità con cui tratta il tema familiare, che tranquillizza un’audience caratterizzata dal passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Con dialoghi originali, brillanti e scanzonati, pieni di battute e di humor, si impara un modello di famiglia non necessariamente bigenitoriale, con una donna che si regge sulle proprie forze.

Amy Sherman-Palladino è anche la creatrice de La Fantastica signora Maisel, trasmessa dal 2017 al 2023 per cinque stagioni: una casalinga nella New York di fine anni Cinquanta che, dopo una sfortunata vicengda coniugale, entra nel mondo della stand up comedie quasi per caso e in punta di piedi, rivelando un irresistibile talento comico. Giovane e bella, vestita con gusto e allegria, Maisel intraprende il viaggio sociale di una donna che si mette in gioco facendo quello che desidera.

Fonte: Il Sole 24 Ore