Sfruttare i dati satellitari per anticipare i rischi climatici

Le azioni globali

Oggi, inoltre, i satelliti sono dotati di sensori più avanzati che permettono risoluzione più alta, e sono in grado di captare segnali molto più informativi sullo stato delle acque, del terreno e dell’atmosfera. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) delle Nazioni unite, queste tecnologie offrono capacità senza precedenti di elaborare enormi volumi di dati, estrarre conoscenze significative e migliorare i modelli predittivi che possono aiutare le comunità e le autorità a elaborare strategie efficaci di adattamento e mitigazione. In ambito globale diverse agenzie delle Nazioni unite già oggi possono supportare, con l’analisi predittiva, alcune comunità vulnerabili nei Paesi sottosviluppati, anche per portare avanti azioni anticipate da integrare nei programmi umanitari. Molte iniziative su scala globale basate sull’IA, stanno inoltre puntando sulle aree ad alto rischio e alimentando i piani di risposta locali e nazionali. Per le aree soggette a frane, ad esempio, la mappatura può aiutare le autorità locali a pianificare e implementare misure di sviluppo sostenibile, ridurre i rischi e garantire la sicurezza dei residenti nelle comunità vulnerabili.

In questo contesto, l’Onu ha lanciato l’iniziativa AI4Climate Action, che mira a esplorare il ruolo dell’intelligenza artificiale per promuovere e ampliare soluzioni climatiche trasformative per azioni di mitigazione e adattamento soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Sfruttare i benefici dell’Ia fa parte anche dell’iniziativa “Allerta Precoce per Tutti”, lanciata dal segretario generale delle Nazioni unite. Varato all’inizio di quest’anno, il piano d’azione mira a garantire che tutti sul pianeta siano protetti da eventi meteorologici, idrici o climatici pericolosi attraverso sistemi di allerta precoce entro la fine del 2027.

Il tema non è solo prevedere un fenomeno climatico che può rivelarsi disastroso, ma anche la tempistica con la quale è possibile conoscerlo e quale potrebbe essere il margine di intervento. «Nel lungo termine si può decidere come agire: se sappiamo che una zona è ad alto rischio possiamo tutelarci con prodotti assicurativi o prevedere delle infrastrutture che ne abbassino il rischio, com’è stato fatto con i bacini di laminazione in Veneto, che hanno evitato danni ancora più ingenti questa primavera», precisa Roberto Carnicelli, co-founder e Ceo di Eoliann. «Nonostante il clima stia cambiando molto velocemente, noi cerchiamo di muoverci ancora più rapidamente. Il nostro prodotto è in continuo sviluppo, con algoritmi sempre più avanzati e accurati», conclude, sottolineando come al momento Eoliann stia, tra le altre cose, lavorando a un progetto Pnrr che prevede lo sviluppo di un modello avanzato per il rischio frane e il suo impatto sul sistema stradale.

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Fonte: Il Sole 24 Ore