Shigeru Ishiba diventa Primo Ministro del Giappone: il Paese verso un cambio di rotta con elezioni anticipate
Il nuovo gabinetto di Ishiba: una rottura con il passato
Ishiba ha iniziato a nominare i leader del suo partito e del governo prima di annunciare il suo gabinetto completo. Tra i nomi di spicco ci sono l’ex ministro dell’Ambiente Shinjiro Koizumi, figlio dell’ex primo ministro Junichiro Koizumi, che è stato scelto per guidare la task force elettorale del partito. Koizumi, popolare tra gli elettori, rappresenta una delle figure su cui Ishiba punta per rilanciare l’immagine dell’LDP. Sanae Takaichi, il principale rivale di Ishiba nella corsa alla leadership, ha rifiutato l’offerta di un incarico di alto livello nel partito, evidenziando le difficoltà che il nuovo leader dovrà affrontare nel cercare di unificare le diverse fazioni del partito.
La composizione del nuovo gabinetto riflette il tentativo del neo Primo ministro di prendere le distanze dalle fazioni più influenti dell’LDP, in particolare da quelle legate a Shinzo Abe, spesso al centro di scandali dannosi per l’immagine del partito. Si prevede che la maggior parte dei nuovi ministri non siano affiliati alle fazioni tradizionali del partito, un chiaro segnale del desiderio di Ishiba di costruire un governo indipendente dalle influenze di pesi massimi dell’LDP. Eppure, la mancanza di una solida base di potere all’interno del partito potrebbe rendere vulnerabile il suo governo, che, secondo molti osservatori, potrebbe essere soggetto a un rapido crollo se non riuscirà a consolidare il proprio sostegno.
La proposta di una “Nato asiatica”
Uno degli aspetti più significativi della visione politica di Ishiba riguarda la sicurezza regionale. Il nuovo primo ministro ha proposto la creazione di una versione asiatica dell’alleanza militare Nato, che potrebbe includere Paesi come gli Stati Uniti, l’Australia, la Corea del Sud e altri partner regionali. In un articolo inviato all’Hudson Institute, Ishiba ha sottolineato la necessità di un sistema di autodifesa collettiva per l’Asia, simile a quello esistente in Europa, al fine di scoraggiare potenziali minacce provenienti dalla Cina e dalla Corea del Nord. La mancanza di un simile meccanismo in Asia, ha affermato Ishiba, potrebbe favorire l’insorgere di conflitti, poiché non esiste un obbligo reciproco di difesa tra i Paesi della regione.
Ishiba ha inoltre suggerito di combinare i raggruppamenti diplomatici e di sicurezza esistenti, come il Quad e altri quadri bilaterali e multilaterali, per rafforzare la cooperazione regionale. Un altro punto controverso della sua proposta riguarda la possibilità di condividere il controllo delle armi nucleari statunitensi nella regione, come deterrente contro le crescenti minacce di Cina, Corea del Nord e Russia.
Sfide interne: demografia, economia e disastri naturali
Oltre alle questioni di sicurezza, Ishiba ha delineato le sue priorità per affrontare le sfide interne del Giappone. Tra queste spiccano la lotta contro il calo della natalità e della popolazione, due problemi che minacciano la crescita economica e la sostenibilità del sistema di welfare del Paese. Ishiba ha promesso di adottare politiche volte a incentivare le nascite e a sostenere le famiglie, oltre a rafforzare la resistenza del Giappone ai disastri naturali, un problema ricorrente per il Paese a causa della sua posizione geografica.
Fonte: Il Sole 24 Ore