Shoah, Mattarella: la peste si è spenta ma l’infezione serpeggia
«Auschwitz, con le recinzioni elettrificate, le minacciose torrette, le camere a gas, le ciminiere, i crematori…Le crudeli selezioni, le percosse, la fame, il gelo, la paura, i criminali esperimenti medici…Auschwitz provoca sempre infinito orrore, scuote le nostre coscienze, le nostre convinzioni. Genera angoscia, turbamento, interrogativi laceranti. Non si va, non vi si può andare, come se fosse solo un memoriale di un’epoca passata, un sito storico oggi trasformato in un monumento alle vittime di tanta sofferenza. Da Auschwitz – smisurato cimitero senza tombe – si torna ogni volta sconvolti. Perché Auschwitz è il ”non luogo” per eccellenza, una nebulosa, dove le coordinate spaziali si smarriscono e il tempo si ferma. Non è una parentesi, per quanto orribile. Alberga nel fondo dell’animo dell’uomo. E’ un monito insuperabile e, insieme, una tentazione che sovente affiora». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla celebrazione del ’Giorno della memoria’ al Quirinale.
Mattarella: tempi violenti, rinnovare il patto tra i popoli
E ha aggiunto: Ieri ad Auschwitz «abbiamo vissuto un evento storico, di straordinaria importanza, che tesse insieme, in un’unica tela, passato e futuro, memoria e responsabilità di oggi. Un evento che ha espresso anche il significato di rinnovare un patto tra le nazioni e i popoli che, in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, in cui la violenza, l’aggressione, l’inimicizia, la guerra sembrano voler prendere il sopravvento, accende una speranza»
«La peste si è spenta ma l’infezione serpeggia»
Il capo dello Stato ha poi ammonito: «Anche con la definitiva sconfitta del nazifascismo in Europa, con la ripresa delle democrazie, le ferite non si sono mai del tutto rimarginate. Era arrivata la liberazione. Ma ombre, parole e fantasmi continuarono – e continuano – a generare inquietudine. Sosteneva in quegli anni Primo Levi: “Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia”. Cominciava un’era di libertà e di solidarietà, ma il suo avvio era accompagnato da non piena consapevolezza degli orrori più perversi degli anni della guerra, da dubbi sulle prime notizie, talvolta da incredulità rispetto a quanto era avvenuto nei campi nazisti. Lo sa bene chi è sopravvissuto a quella tragica e disumana esperienza».
«Insulti a Segre reati gravi, vanno perseguiti»
E ancora: «E’ doloroso e inaccettabile che vi siano ignobili insulti razzisti alla senatrice Segre, su quei social media che sono nati come espressione di libertà e che rischiano invece, sovente, di diventare strumento di violenza e di negazione di diritti. Occorre mettervi un argine. Sono reati gravi, che vanno perseguiti a tutela della libertà e della giustizia»
Segre: accoglienza risolverebbe i problemi
«L’accoglienza risolverebbe tutti i problemi». Così la senatrice a vita Liliana Segre, al Quirinale – alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle più alte cariche dello Stato – per le celebrazioni della Giornata della memoria, ha risposto a una studentessa che le chiedeva come vivere senza conflitti. La senatrice Segre ha anche ricordato l’indifferenza della città di Milano davanti alla deportazione degli ebrei caricati su camion scoperti e presi a calci e pugni da fascisti e tedeschi, l’indifferenza della sua maestra, e di tante sue amiche, eccetto tre ragazze che le sono state vicine tutta la vita.
Fonte: Il Sole 24 Ore