Siccità: ecco la mappa delle aree del Centro e del Sud che rischiano il razionamento dell’acqua

L’emergenza siccità fa sentire i suoi effetti in Italia, soprattutto al Sud. A Palermo si va verso un’ulteriore minima riduzione della pressione dell’acqua per consentire un maggiore risparmio nella città dove, almeno per ora, dopo lo scontro tra la Regione e l’Amap (l’azienda muncipilizzata che gestisce il ciclo idrico integrato), non ci saranno misure di razionamento. Ma la situazione nel capoluogo siciliano e in altre aree dell’isola resta molto pesante, a cominciare da Trapani dove l’assenza di precipitazioni sta provocando conseguenze non da poco con l’avvio di turnazioni per l’erogazione dell’acqua, mentre a Licata, nell’agrigentino, la nave cisterna “Ticino”, messa a disposizione dalla Marina Militare Italiana, dovrebbe mitigare, almeno per ora, le conseguenze dell’emergenza idrica che non riguarda solo la Sicilia.

In Calabria il governatore dichiara lo stato d’emergenza

In Calabria, infatti, il governatore della Regione, Roberto Occhiuto ha appena dichiarato lo stato di emergenza regionale di Protezione Civile, conseguente alla situazione di grave carenza idrica di tipo potabile, nei territori della provincia di Crotone e della città metropolitana di Reggio Calabria, per i quali, lo scorso 24 luglio, l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel Distretto idrografico dell’Appennino Meridionale, ha dichiarato lo stato di severità idrica “alto”, proprio per il comparto idro-potabile.

La mappa con i diversi scenari di severità idrica

Insomma, la mancanza di piogge soprattutto al Sud sta costringendo gli amministratori locali a correre ai ripari. Ma quali sono le aree più in difficoltà dove potrebbero scattare misure di risparmio dell’acqua? A definire periodicamente la mappa delle zone rosse, è l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), sulla base delle risultanze trasmesse dagli Osservatori distrettuali permanenti per gli utilizzi idrici che effettuano un monitoraggio costante nei sette distretti idrografici in cui è ripartito il territorio nazionale. Monitoraggio che viene portato avanti classificando i territori con quattro scenari di severità idrica: 1) situazione normale vale a dire scenario non critico; 2) scenario di severità idrica bassa (in cui la domanda idrica è ancora soddisfatta ma gli indicatori mostrano un trend peggiorativo; 3) scenario di severità idrica media che scatta, invece, quando lo stato di criticità si intensifica in quanto le portate in alveo risultano inferiori alla media e la temperatura elevata determina un fabbisogno idrico superiore alla norma; 4) scenario di severità idrica alta.

Quando scatta l’emergenza

Quest’ultimo caso si verifica quando sono state prese tutte le misure preventive ma prevale uno stato critico non ragionevolmente prevedibile, nel quale la risorsa idrica non risulta sufficiente a evitare danni al sistema, anche irreversibili. Sussistono, dunque, le condizioni per la dichiarazione dello stato di siccità prolungata o, in casi più gravi, per l’eventuale richiesta, da parte delle Regioni interessate, della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, che è quanto avvenuto finora in Sicilia e Calabria.

Guardia alta in Sicilia

Secondo i check raccolti dall’Ispra attraverso gli Osservatori distrettuali permanenti, la situazione in Sicilia continua, come detto, a essere molto preoccupante tanto che si parla, anche nell’ultimo bollettino dell’Osservatorio del distretto idrografico dell’isola di “severità alta” che potrebbe portare, dunque, a ulteriori misure per gestire in modo più efficiente la risorsa.

Fonte: Il Sole 24 Ore